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Archivio di novembre 2012

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Legalità? Quando fa comodo

mercoledì, 14 novembre 2012

Viviamo un momento nel quale la parola legalità è fra le più utilizzate, in contrapposizione a un panorama di desolanti notizie di atti illeciti, e primeggia sulla stampa.
Accade poi che nel Consiglio Comunale di Milano si discuta su un regolamento che deve disciplinare la regolarizzazione di 3600 famiglie di occupanti senza titolo. Detto in maniera brutale una sanatoria per gli abusivi .
La proposta della maggioranza è quella di istituire una Commissione che valuti caso per caso la situazione delle famiglie che nel corso degli ultimi anni o decenni hanno occupato appartamenti del Comune o di Aler.
Bene, penso io , in effetti fra questi casi c’è effettivamente qualche centinaio di casi di persone che hanno sempre pagato il canone e che magari sono subentrati ai genitori senza mettere a posto le carte.
E’ utile introdurre qualche paletto, visto che la principale causa del degrado e dell’ insicurezza vissuti da molti quartieri è legata alla presenza di nuclei di malavitosi che si esercitano in furti, spaccio, prostituzione avendo come base alloggi popolari.
E’ una occasione d’oro per separare il grano dal loglio, per bonificare tanti caseggiati dove la presenza di alcune persone dedite all’illegalità conclamata rende la vita difficile a tutti. In questi palazzi le sopraffazioni, le minacce contro gli inquilini e i danni contro il patrimonio vanno di pari passo con la quotidiana pratica di attività illecite, nota a tutti ma non facilmente estirpabile. Non si può pensare a custodi e inquilini che si trasformano in eroi e affrontano a viso aperto racket e organizzazioni criminose, quando le forze dell’ordine e la magistratura svolgono la loro azione repressiva con le difficoltà e i tempi che conosciamo.
Fissare il criterio che chi si è comportato bene viene sanato e chi delinque viene finalmente sfrattato mi pare una proposta di buon senso, trasversale e che corrisponda al dichiarato impegno di tutti di combattere i racket e le mafie che fanno della loro impunità un punto di forza.
Qualche settimana prima ho sentito enunciare parole di fuoco e del tutto condivisibili contro le infiltrazioni della ndrangheta nell’Aler da parte di Assessori e colleghi di sinistra, mentre decine di tv e giornali si occupavano della vicenda.
Presento quindi alcuni emendamenti che subordinano la regolarizzazione, oltre ai requisiti già previsti dalla Legge Reg. n 27 /2009, anche alla insussistenza di carichi pendenti, alla pulizia del casellario giudiziario almeno rispetto a reati predatori o di mafia.
I miei emendamenti, firmati dai colleghi del PDL e dalla Lega, vengono bocciati o addirittura dichiarati “illegittimi”!
A riprova dell’orientamento della Giunta Pisapia, vengono bocciate anche le proposta di inserire nella Commissione un esperto di sicurezza indicato dal Prefetto e quella di fare leggere alla Commissione almeno una relazione sulle vicende giudiziarie di cui si sono resi eventualmente protagonisti gli occupanti.
Sul dibattito cala un totale silenzio sulla stampa, benchè non sia problema poco sentito dai cittadini: fra case demaniali e Aler vivono 72.000 famiglie, un quinto della città. E poi ci sono 18.000 famiglie in graduatoria che hanno regolarmente fatto richiesta e che si vedranno la casa sottratta da chi viene regolarizzato dopo averla occupata illegalmente. I furbi vincono sugli onesti, la notizia della sanatoria per tutti farà aumentare le occupazioni abusive: un classico dell’Italia che tutti dicono di voler cambiare.
Provo quella amarezza che si prova quando si assiste a una ingiustizia senza che nessuno intervenga.
Soprattutto penso alla dignità di tanti milanesi che curano la loro casa popolare come fosse la loro, che rispettano le regole di civile convivenza, che pensano che la legalità sia un esercizio quotidiano che parte dal basso. Invece la lotta alle mafie viene declamata in festival e dichiarazioni ( e per me questo è comunque giusto) ma quando si scende sul pratico l’Amministrazione Comunale , attraverso una commissione con la presenza di sindacati e settore servizi sociali, valuterà solo il concetto astratto di stato di “bisogno” della famiglia. Senza informarsi se i bisognosi terrorizzano un quartiere, se evadono le tasse, occupano e subaffittano gli alloggi, se usano la casa per sviluppare attività mafiose.
Peccato. Questa sinistra è molto diversa da quella del primo 900 che pensò di istituire le case per i lavoratori. Non capisce che tutelare i ceti deboli che vivono in un quartiere di periferia anche sotto il profilo della sicurezza è un atto di maggiore solidarietà che garantire un alloggio popolare a qualche furbo che fa la vittima.
Fabrizio De Pasquale
Consigliere Comunale PDL

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