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Archivio di Luglio 2016

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I furbetti dell’autovelox bancomat

Milano 24 Luglio – Attenzione nuovi autovelox in vista. Mancano soldi in Cassa e la Rozza ha avuto una idea geniale.

I famigerati 7 autovelox che per un paio di anni hanno aiutato a fare cassa al Comune, portando 80 milioni cash alle casse di Pisapia, sono oramai noti ai milanesi. Gli apparecchi collocati sul Ghisallo, su via dei Missaglia, Via Parri e i  Viali Zara, Fermi, Palmanova e Famagosta oramai si limitano a colpire qualche turista ignaro e i soliti personaggi evasori seriali di multe perché con auto intestate a prestanome o appartenenti a paesi stranieri. Però gli autovelox rappresentano quasi la metà di tutte multe elevate dai vigili. Un sistema comodo comodo, che copre il vero colpevole di tanti incidenti e comportamenti illeciti: la scarsa presenza dei Vigili sul territorio, agli incroci, l’assenza di controlli su automobilisti in stato di ebrezza o senza assicurazione.

L’Assessore al Bilancio, Tasca,  ha già detto che al tagliando di luglio, i cosiddetti “equilibri di bilancio”, mancano 15 milioni di incassi previsti da sanzioni del codice della strada. A fine anno potrebbero essere 30. Mancano soldi, le tasse sono tutte già al massimo delle aliquote consentite, bisogna inventarsi qualcosa!

E allora è cominciata una campagna martellante su quanto bene hanno fatto gli autovelox alla sicurezza stradale. Carmela Rozza e Marco Granelli spiegano che gli incidenti stanno diminuendo dell’8 % grazie alle 7 telecamere.  Naturalmente ciò è falso. Il calo degli incidenti è dovuto invece al calo del traffico di auto private  fortemente diminuito come testimoniato da numeri infallibili: gli incassi autostradali e il consumo di carburante. Ne sarebbe logico pensare che gli autovelox messi su 7 vie possano incidere su una rete complessiva di 4000 km.

A ulteriore prova gli incidenti mortali invece aumentano perche coinvolgono molti ciclisti e motociclisti, due modalità di trasporto che invece stanno crescendo in città.

Proprio stamattina Carmela Rozza dice al Corriere che bisognerà mettere altri autovelox. Primi possibili obiettivi Viale Forlanini e Via Novara.

Se vi interessa la sicurezza mettete i vigili in strada. Se vi interessa mettere le mani nelle tasche dei milanesi ditelo senza ipocrisia.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia


 

Palazzo Marino si indigna contro l’Egitto ma non con il terrorismo islamico

Milano 23 Luglio – Le tragiche vicende di questi giorni dovrebbero imporre scelte politiche serie e coraggiose e non le solite risposta alla europea tipo ” je sui charli abdo”. Oppure le bandiere francesi, poi del Belgio e chissa quali altre in futuro. Roba che fa il solletico ai terroristi islamici e mette le coscienze dei benpensanti a  posto.

Ma anche i simboli hanno un valore. Il Comune di Milano governato da alcuni ingenui o irresponsabili che hanno scelto il Caim come interlocutore del mondo islamico e hanno eletto la velata Sumaya El Abdel come Consigliere  ( tutti ferventi estimatori di Erdogan), cosa espone in questi giorni fuori dal suo palazzo principale, Palazzo Marino?

Uno grande striscione giallo con scritto Verità per Giulio Regeni!

Cioè nell’ultimo mese sono stati sgozzati 9 italiani a Dacca, sono state compiute efferate stragi terroristiche a Nizza e a Monaco, nelle quali hanno perso la vita anche 6 italiani e 2 milanesi, ma il Palazzo di Città dei milanesi esprime il proprio sdegno per l’orribile fine di Giulio Regeni accaduta a fine gennaio 2016.

Nessuno vuole minimizzare la brutta vicenda dell’omicidio del giovane free lance ucciso in Egitto, ma perche’ i morti di Dacca sono stati accomunati da un minuto di silenzio con l’omicidio di Fermo e solo un altro sbrigativo minuto di silenzio è toccato alle vittime dell’Isis di Nizza?

Ripeto, stiamo parlando di atti simbolici, mentre saremmo felici di commentare misure concrete di prevenzione e di vera e propria guerra al terrorismo islamico.

Sumaya Abdel Qader, consigliera comunale del PD
Sumaya Abdel Qader, consigliera comunale del PD

Ma almeno a livello simbolico vogliamo far capire che non esistono morti italiani di serie B? Vogliamo dimostrare che la città di Milano è altrettanto indignata contro il terrorismo islamico quanto  contro il generale Al Sisi leader egiziano. O dobbiamo pensare che siccome  quest’ultimo è inviso ai fratelli Musulmani e ai loro amichetti italiani con solidi rapporti a Palazzo Marino, quello striscione esposto ancora oggi è un modo per strizzare l’occhio a coloro ai quali, contro ogni senso di responsabilità,  si voleva concedere la rappresentatività per costruire la moschea?

Sindaco Sala dimostri un minimo di coraggio politico. Provveda a mettere uno striscione fuori da Palazzo Marino che ricordi le vittime del terrorismo islamico. E apra un grande dibattito dentro Palazzo Marino e in città per capire cosa fare per impedire che il radicalismo islamico, già presente in città,  si trasformi in pericolo vitale per i cittadini della pacifica e accogliente Milano.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere comunale di Forza Italia

Gli indignati contro chi fa il proprio dovere

 

Milano 20 Luglio – Molto scalpore sta destando un video girato con un telefonino dove un addetto al controllo di stazione ATM apostrofa l’ennesimo furbo che scavalca senza pagare.
Il filmato del cittadino indignato si sofferma sull’addetto ATM che da della “merda” a un ragazzo di colore che fa lo gnorri alle sue richieste. Subito tutti i nostri opinionisti del politically correct hanno cominciato a  far la morale al lavoratore dell’Azienda Trasporti. E c’è da giurare, conoscendo chi governa Milano, che l’addetto alla stazione andrà incontro a qualche sanzione. A differenza del portoghese che a Milano e in Italia non rischia nulla.controllore-
Nessuno degli indignati si è chiesto cosa sia successo prima della reazione dell’uomo in divisa. Nessuno si è posto il problema se il ragazzo fosse uno scavalcatore seriale, se avesse a sua volta irriso o insultato il lavoratore ATM. Nessuno si è chiesto se abbia brandito l’ombrello o se abbia rifiutato di fornire le generalità.
Invece gli opinionisti dei nostri stivali sono tutti a pretendere che gli omini del metrò contestino il mancato pagamento leggendo magari gli articoli della Costituzione! E a denunciare un uomo che ha fatto con coraggio il proprio dovere e poi ha cercato di stanare dal suo muro di gomma lo strafottente viaggiatore a scrocco, italiano o extracomunitario che sia.
A parte le rubriche dei lettori, nessun grande commentatore denuncia invece le decine di migliaia di viaggiatori senza biglietto dei mezzi di superficie e le migliaia di ragazzi di ogni etnia (compresi tanti figli di papà) che scavalcano ogni giorno i tornelli del metro’. Eppure sono degli evasori fiscali, scaricano sui viaggiatori con biglietto o abbonamento il costo del trasporto pubblico. E magari obbligano l’ATM ad aumentare il costo dell’abbonamento ad anziani e studenti.
E  sia chiaro che ATM non deve punire questo lavoratore, a cui saremo vicino in tutti i modi.
ATM, che non fa abbastanza per garantire la sicurezza di guidatori e addetti di stazione, non può sanzionare chi si prende la briga di inseguire i viaggiatori abusivi. Altrimenti il messaggio che passa sarà quello di farsi ognuno i c. propri, che è  la cosa peggiore.
Piuttosto ATM ci dica che ha denunciato il viaggiatore abusivo per farlo identificare. E ci dica cosa fa per far combattere l’abusivismo e cosa fa per far  pagare effettivamente  le sanzioni.
Il razzismo con questa storia non c’entra nulla. Deve invece essere chiaro che la strafottenza con cui si violano le regole e gli obblighi della convivenza civile minano le basi della nostra società.
Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

Cosa può fare concretamente Milano per proteggersi

I fatti oggi di Nizza, ieri di Bruxelles e Parigi, impongono all’Europa di decidere come difendere la nostra civiltà dall’aggressione che viene dal terrorismo islamico. È un problema culturale e di politica estera, ma anche le amministrazioni delle città devono fare la loro parte.Perché è nelle grandi metropoli che sono stati compiuti tutti gli attentati, perché è qui che il terrorismo rischia di cambiare le nostre abitudini. Anche a Milano.

La prima cosa che il nostro Sindaco deve impedire è la creazione di “enclave”, di zone a predominio musulmano dove si instaurino omertà, un sistema giuridico e sociale parallelo, con sue leggi, suoi costumi. E’ di tutta evidenza che se in un isolato ci sono solo musulmani è piu facile sfuggire al controllo sociale diffuso, architettare azioni violente, procurarsi armi, ma anche solo suggestionarsi e fare proselitismo.

Purtroppo casi del genere esistono nella nostra città: il quartiere San Siro, Spaventa,  Via Segneri, il Giambellino. Dunque il Comune deve vigilare di più sulle assegnazioni, evitando discriminazioni al contrario, e pretendere da Questura e Prefettura il massimo rigore sulle occupazioni abusive per evitare il formarsi di queste enclave.

Poi esiste un problema di presidio della città che vale per la sicurezza in generale, ma vale a maggior ragione per reprimere sul nascere gruppi che volessero emulare i terroristi d’oltralpe. Purtroppo i dati di Milano sono noti, li denunciamo da tempo ma per una stupida ottusità ideologica il Comune non cambia direzione. Milano ha dal 2011 rinunciato a 600 militari, ha perso 200 Vigili Urbani, ha restituito tutte le forze arrivate per Expo e ha addirittura ceduto 100 poliziotti a Roma per il Giubileo! Inutile fare appelli e marce se poi si sguarnisce il territorio di presidio.

Infine anche sulle Moschee bisogna essere responsabili: se il Comune vuole proprio farle nascere su suo suolo, almeno abbia il buon senso di escludere quelle realtà che in altri paesi sono nelle liste nere dei fiancheggiatori del terrorismo e si doti di tutti gli strumenti per verificare prima, e non dopo, da dove arrivano i soldi per farle. Le parole di Maryam Ismail, la sociologa di origine somala che si è dimessa dal PD, sono di una chiarezza impressionante: il PD milanese e l’Assessore Majorino, per calcolo elettorale, hanno privilegiato nella formulazione del bando per assegnare i luoghi di culto, criteri economici che favoriscono le realtà legata alla Turchia, al Quatar e alla Arabia Saudita. Queste realtà portano avanti una idea di islam incompatibile con il rispetto delle leggi italiane, dalla dignità delle donne, dal rispetto delle altre religioni.

Queste cose un Sindaco e una amministrazione comunale possono farle e richiederle da subito. Devono farle per difendere la nostra libertà, le nostre civili abitudini. Bisogna però avere la consapevolezza che il primo nemico da combattere è il terrorismo islamico. Le solite dichiarazioni contro fantomatiche strumentalizzazioni e discriminazioni fanno dubitare che un bel pezzo di sinistra abbia chiaro quale è il gigantesco  pericolo che abbiamo di fronte.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

Moschea: si riparte da zero. Majorino bocciato

Moschea: si riparte da zero. Majorino bocciato
Milano 13 Luglio – Buone notizie per chi ha lottato contro le 2 moschee su aree pubbliche decise da Pisapia e Majorino.
Il Comune ha preso atto che la Legge Regionale sulle aree di culto rendeva nullo il bando presentato nel dicembre 2014 dallo stesso Comune. E cosi il provvedimento che assegnava le 2 aree comunali di Via Esterle e del Palasharp alle realtà più radicali dell’islamismo milanese dopo 4 anni di navigazione  torna al punto di partenza.
Chi, come me, ha sempre criticato l’assenza di garanzia sulla sicurezza, sull’origine dei fondi e sulla volontà di integrazione  delle realtà islamiche coinvolte non può che festeggiare la fine di questo incubo.
Ma qualche dubbio sulla capacità dei 2 assessori che hanno gestito questa partita sotto Pisapia, cioè Majorino e De Cesaris, bisogna sollevarlo. Hanno buttato via 4 anni per un procedimento che poi era sbagliato. Se non riescono a fare le cose in cui credono di più,  come la moschea, figuriamoci il resto!
Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

Sala: non possiamo opporci alle migrazioni, quindi Milano accoglierà tutti

Sala: non possiamo opporci alle migrazioni, quindi Milano accoglierà tutti
Milano 12 Luglio – Del discorso abbastanza generico e tendente al grigio di Sala e dell’allegato documento programmatico mi hanno colpito 2 cose. Primo: la parola Libertà è stata utilizzata solo una volta in 40 minuti e 6 pagine. Già questo è sintomatico della vecchia stoffa del nuovo PD.
Quello che però è peggio è che è stata citata la parola Libertà solo insieme al termine “di culto”. L’espressione Libertà di culto serviva per giustificare una delle priorità più avvertite dal centro sinistra: la moschea.
Diciamolo: la libertà di impresa, la libertà di commercio, la libertà di educazione, la libertà di associazione, la libertà di movimento sono i pilastri attorno alle quali è stata costruita la storia e la ricchezza di Milano. Queste libertà non hanno un posto nel lungo elenco di valori e di generici impegni del PD. La libertà di culto con annessa moschea su area demaniale si.
La seconda cosa che mi ha colpito è la rassegnazione a subire fenomeni migratori incontrollati per decenni. Sala ha detto ufficialmente che per decenni l’Italia dovrà subire lo sbarco di un migliaio di migranti economici al giorno. Certo, se il Governo continua a non fare nulla, ogni anno arriveranno in Italia 250/300 mila disperati. Una parte non marginale di questi finirà a Milano perché qui il Comune si è intestardito ad accogliere tutti. Ma è proprio necessario accogliere tutti e non fare ciò che fanno ad esempio Francia e Spagna?
Da buon politically correct di sinistra Sala ci ha spiegato che è responsabile il Comune che appronta sempre nuovi posti letto per i profughi. Chi contesta questo, chi se la prende con il Governo, secondo lui, è il solito demagogo e populista.
Ma possibile che uno come Sala, che si è fatto 5 mesi di campagna elettorale in città, non coglie l’esasperazione di tanti milanesi in difficoltà che vorrebbero essere aiutati prima dei migranti? Possibile che non veda il rischio di guerre fra poveri?
Possibile non capisca che dopo aver saturato il campo base Expo con 1000 migranti, fra un mese Renzi gli chiederà di approntare nuovi centri in qualche caserma?
E cosa c’è di responsabile in una politica rassegnata a darla vinta ai mercanti di vite umane che lucrano sui migranti? Cosa c’è di responsabile nel far sballare presto i conti del nostro welfare, con una immigrazione insostenibile?
Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

Grigliate e balere nei parchi cittadini. Rozza faccia intervenire i Vigili subito.

Grigliate e balere nei parchi cittadini. Rozza faccia intervenire i Vigili subito.

Milano 11 Luglio – Anche Sabato scorso i Vigili Urbani, nonostante numerose chiamate dei cittadini, non sono intervenuti per riportare ordine e rispetto dei regolamento nei parchi cittadini. Anche Sabato i parchi si sono trasformati in discoteche e ristoranti abusivi all’aperto.

Al Parco Lambro migliaia di persone di alcune comunità etniche  hanno dato vita a grigliate, tornei calcistici, vendita di alcolici e balere notturne. Tutto rigorosamente in maniera abusiva ed esentasse, violando i regolamenti comunali del Commercio, del Verde, dello Spettacolo e di Igiene.

Stesso copione, con abusi di ogni tipo, Sabato sera anche nei giardini di Via Voltri e Ovada a cura del  centro sociale Comitato Barona che ha organizzato una  festa, annunciata da giorni, nelle aree verdi.

Alle chiamate dei cittadini che lamentano molestie e rumori, i Vigili rispondono dicendo che non dispongono di uomini per fronteggiare le richieste.

Questi eventi illegali sono pubblicizzati da tempo e si ripetono da anni nella stagione estiva, con danni notevoli ai residenti e ai commercianti regolari e con spese extra di pulizia e manutenzione per il Comune. Dunque sono noti, prevedibili e affrontabili se c’è la volontà politica di farlo.

Chiediamo all’Assessore Rozza di non aspettare gli ennesimi tavoli coi municipi a Settembre, ma di coordinare assieme al Questore e all’Assesssore al Commercio la repressione immediata di abusivismi e illegalità seriali e annunciate nei parchi milanesi. Se non si mettono in campo azioni esemplari ogni fine settimana sarà così.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia


No alla Festa dell’Unità ai giardini di Porta Venezia. Il PD non è padrone del patrimonio di Milano

No alla Festa dell’Unità ai giardini di Porta Venezia. Il PD non è padrone del patrimonio di Milano
Milano 9 Luglio – Pronti  via si ricomincia  con gli abusi. Il PD a mezzo Corriere della Sera ci informa che il prossimo Festival dell’Unità si svolgerà ai giardini Montanelli di Porta Venezia.
Fa niente che i giardini siano vincolati, che siano stati progettati dal Piermarini nel 1784, che folla, concerti e salamelle facciano male alle aiuole e agli alberi.
Pensate che il Comune non ha ancora dato il permesso e la domanda forse non è protocollata.
Ma che importa? Il Sindaco è del PD, l’Assessore competente è Maran del PD, il Ministro che nomina i Soprintendenti che dovrebbero vigilare sulla tutela ambientale e architettonica e dare il nulla osta  è Franceschini del PD.
E così pagando 2 lire, si tratta pur sempre di una manifestazione culturale, sociale, politica etc, il PD farà la sua festa nel giardino più antico di Milano e troverà pure il modo di finanziarsi.
Certo se un normale cittadino chiedesse di organizzare una festa in un parco le cose sarebbero diverse: mesi di attesa,  tonnellate di documentazione richiesta, e poi magari, sotto la pressione di ambientalisti, il permesso verrebbe negato.
Ma qui parliamo del PD, il partito che a Milano e in Italia detiene tutto il potere. Il Comune è cosa sua e quindi anche i Giardini Montanelli, che nel frattempo si rivolterà nella tomba.
Io però non mi arrendo. Ho chiesto perché i regolamenti comunali qui non si applicano, scriverò alla Soprintendente perché vigili, e mi auguro che un magistrato si legga l’esposto che sia io che De Corato abbiamo presentato lo scorso anno.
Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

Perché Sala sbaglia a mettere i migranti nel campo Expo

Perché Sala sbaglia a mettere i migranti nel campo Expo
Milano 7 Luglio – Il primo atto significativo della Giunta Sala è chiedere il campo base Expo per metterci i migranti. Comincia così nel peggiore dei modi la consigliatura che durerà i prossimi 5 anni.
Il ragionamento di Majorino e Sala è che bisogna togliere i migranti dalla stazione centrale che oramai è un suk. Il problema però è che da anni il Governo Renzi Alfano è rassegnato a non far nulla per contrastare gli sbarchi e anzi subisce discretamente le pressioni di cooperative che stanno lucrando sull’accoglienza. Quindi basta fare i conti e si capisce che il campo base Expo basterà per risolvere il problema per 3 giorni. Dopodiché Majorino e Sala dovranno requisire nuovi spazi in città.
I conti sono presto fatti: in Italia in questi giorni entrano (da Est) o sbarcano 1000 migranti al giorno. Di questi 200 vengono mandati a Milano dai centri o sfuggono a ogni controllo e arrivano in treno autonomamente. Purtroppo però a differenza di 2 anni fa è sempre più difficile per loro l’ingresso nei paesi del nord Europa, perché tutti i governi hanno chiuso le frontiere o rafforzato molto i controlli (passano solo perseguitati politici veri).
Quindi se il Sindaco di Milano non protesta con Renzi e chiede una nuova politica di difesa dagli sbarchi, arriveremo presto a dover ospitare a Milano non i 2700 attuali migranti, ma 20 o 30.000 mila. Non c’è ricambio, chi arriva rimane e si somma agli arrivi, giorno dopo giorno.
Dunque mandarli al campo  base di Expo è solo un palliativo per qualche giorno. E anche se il campo base è poco fuori dal perimetro dei padiglioni, significa rendere ancora meno appetibile l’area della ex esposizione universale. Tra tempi lunghi e campi profughi, stiamo deprezzando un’area che, ricordiamolo, è per un terzo di proprietà del Comune, in quanto socio di Arexpo. Infine quell’area dovrebbe essere dedicata a verde, ma in questo caso nessun ambientalista protesta.
Come si capisce questo non è né razzismo né speculazione politica. È realismo di chi vive in un paese col 40% di disoccupazione giovanile, di chi amministra Comuni che hanno sempre meno risorse per i servizi sociali e gli anziani.
Fabrizio De Pasquale Consigliere Comunale di Forza Italia


Brexit è opportunità per Milano. Bisogna però togliere i lacciuoli messi da De Cesaris

Brexit è opportunità per Milano. Bisogna però togliere i lacciuoli messi da De Cesaris
Milano 5 Luglio – Si fa un gran parlare delle opportunità che si aprono per Milano con la Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea.
La questione riguarda 2 agenzie europee che hanno sede a Londra e i quartier generali di numerose società finanziarie che potrebbero spostarsi dentro l’area Euro.
Il neo sindaco Sala farà subito una missione a Londra per proporre l’area Expo come sede di una delle 2 agenzie e anche il grande chiacchierone nazionale, il Premier Renzi, ha garantito il suo impegno.
La sfida più interessante sarebbe però  attrarre non tanto uffici pubblici, che ospitano in tutto  300  persone, quanto numerose società finanziarie private che porterebbero un grande indotto di lavoro, consumi e ricchezza.
Per fare questo Milano, che pure ha molte carte da giocare sul piano dell’attrattività, deve però sconfiggere la lentezza esasperante della sua macchina pubblica in materia di edilizia e urbanistica.
In sintesi, deve cambiare subito il suo Piano di Governo del Territorio e il suo regolamento Edilizio. Deve cambiare la sua impostazione di politica urbanistica, fondata sulla cultura del sospetto e sul formalismo più che sulla qualità architettonica  e sulla funzionalità. Deve cambiare la politica di Pisapia, che, ricordiamolo,  bocciò il progetto Cerba e i suoi futuri 3000 posti di lavoro, per non mettere mano a un campo di patate degradato vicino allo IEO.
Caro Sindaco, più che andare a Londra, recati in Via Bernina (sede dell’edilizia privata) e guarda quante code, quante attese defatiganti , quante interpretazioni cavillose toccano a chi vuole investire a Milano.
Se per un cambio di destinazione o per l’approvazione di un progetto ci vogliono 2 anni è facile prevedere che i “profughi” della Brexit prenderanno altre strade e a noi rimarranno i migranti economici che continuiamo a far sbarcare in maniera irresponsabile.
Fabrizio De Pasquale Consigliere Comunale di Forza Italia

L’Assessore alla felicità, simbolo della politica astratta e sprecona

L’Assessore alla felicità, simbolo della politica astratta e sprecona
Milano 3 Luglio – Sono passati quasi 50 anni dal ’68. Eppure a sinistra qualcuno si trastulla ancora con uno degli slogan più famosi di quell’epoca: la felicità al potere!

Caterina Antola, Presidente del Municipio 3

Caterina Antola, Presidente del Municipio 3

Nel Municipio 3 la Presidente Caterina Antola ha nominato Luca Costamagna, PD, Assessore alla Felicità. Dunque pagheremo 1.000 euro al mese a un signore incaricato di dare felicità ai 150.000 abitanti del quartiere Venezia, Città Studi, Lambrate e Feltre. Come ciò possa accadere è veramente un mistero. La questione è culturale e non lessicale.

Solo dei nipotini dei vecchi comunisti possono credere che il Comune o il Municipio possa dispensare la “felicita” ai propri cittadini. E’ forse il vecchio mito dello Stato che fa tutto, che pensa a tutta la nostra vita, che ci educa e che ci sfama. Un mito bocciato dalla storia e che resiste solo nella Corea di Kim. Un’idea superata dalla osservazione quotidiana di qualsiasi ufficio pubblico.
Il diretto interessato, l’Assessore alla Felicità, Luca Costamagna, spiega che si occuperà genericamente di qualità della vita. Rimane un dubbio: perché in una zona che ha problemi di degrado enormi, da via Rubattino a Piazza Rimembranze di Lambrate, la politica deve occuparsi di felicità e non di questioni più terra terra, dagli asili agli anziani?
Fabrizio De Pasquale Consigliere Comunale di Forza Italia

Grand Hotel Piazza Duca D’Aosta

Grand Hotel Piazza Duca D’Aosta
Milano 2 Luglio – Piazza Duca d’Aosta è di nuovo un campo profughi. Come testimoniano le immagini ci sono centinaia di persone con materassi, sdraio e bagagli. La piazza è in condizioni igieniche desolanti, le aiuole fungono da latrine e le fontanelle da docce.21
Alle 20 di ieri c’era solo una volante dei Vigili Urbani con 2 vigili asserragliati dentro. La porta di ingresso di Milano si presentava in balia di centinaia di migranti. Sembra da escludere che siano profughi o rifugiati politici. Molti di loro sanno l’ italiano e sembrano già essere caduti nella rete dei racket dello spaccio. Probabilmente sono sbarcati  in Italia da mesi e non hanno altre mete da raggiungere: sanno che solo qui gli sarà consentito fare quello che vogliono.6
In questa situazione di abbandono, non un poliziotto e nessun segno della presenza del Comune. Il nuovo Sindaco Sala prosegue sulla linea suicida  di Pisapia: non a caso l’Assessore ai Servizi Sociali è sempre Majorino.4
Secondo Sala si dovrebbe utilizzare il campo base di Expo per piazzare a carico della collettività altri 500 migranti che passerebbero la giornata a bighellonare tra i padiglioni abbandonati di Expo e la M1. Sistemati questi 500 il Comune dovrebbe poi aspettare le prossime ondate di migranti economici ( non rifugiati politici ) e continuare ad allestire campi dove garantire vitto e alloggio a tutti.
Non una parola verso il Governo che assiste inerte a migliaia di sbarchi al giorno. Non una protesta verso una politica nazionale rassegnata all’invasione di persone che rimarranno in Italia perché nessuno in Europa vuole farsene carico.5
E così anche Sala trasforma la porta di ingresso della città in un campo profughi, vuole rendere ancora più problematica con campi profughi la valorizzazione delle aree Expo. E non difende i suoi cittadini da una invasione che non sarà di qualche giorno.
Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia
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