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Rifiuti ovunque, case abbandonate, islamizzazione del quartiere. Nella enclave di San Siro serve legalità, non murales.

Servizi civici San SiroSe si vuole capire la distanza lunare tra i problemi di Milano e la conoscenza di questi da parte di chi ci governa, basta fare un salto sulle pagine social di 2 pezzi da 90 del PD e della Giunta Sala: Lamberto Bertolé e Piefrancesco Maran.

Campeggia sulle loro pagine una foto della palazzina comunale dei Servizi Sociali appena ridipinta di Piazzale Segesta/Viale Harar. Gli assessori ai Servizi Sociali e alla Casa (cioè il cuore dei problemi) della città di Milano parlano con toni estasiati della nuova colorazione della facciata, realizzata dal Collettivo Boa Vista attraverso un percorso “partecipato” e, naturalmente, con fondi comunali.

Effettivamente si tratta di uno dei pochi interventi realizzati dalle giunte di sinistra nello sventurato quartiere enclave di San Siro. Fa però riflettere che gli Assessori si esaltino e utilizzino paroloni come rigenerazione e rinascita alla vista del murale, senza guardare a cosa c’è dentro la palazzina e soprattutto dietro, cioè nel quadrilatero che comprende Piazza Segesta, Via Mar Ionio, Via Morgantini, Piazza Selinunte, Via Gigante, Via Maratta e Via Paravia.  Un quartiere simbolo del degrado e dell’abbandono delle periferie, una enclave musulmana a Milano, fatta di case popolari occupate, di preoccupanti rivolte giovanili, e di rifiuti abbandonati ovunque, con  scritte antisemite e minacce alle forze dell’ordine.

MilanoPost Degrado SelinunteIn questo paesaggio degradato il cambiamento richiesto al Comune e alle altre istituzioni sarebbe ben altro che una ripittata. Evitare la ghettizzazione del quartiere e delle scuole perché gli italiani sono obbligati a scappare, imporre la legalità attraverso gli sgomberi nei palazzoni completamente occupati da abusivi, dedicare servizi post scuola ai giovani che vogliono integrarsi ma essere rigorosamente inflessibili con rapper e babygang  che vogliono scatenare rivolte giovanili come nelle banlieues di Parigi e Molembeck.  Soprattutto ascoltare le segnalazioni disperate degli anziani residenti costretti a convivere con l’illegalità diffusa di cui sono protagonisti i racket egiziani delle occupazioni abusive e dello spaccio e quello rom dei piccoli furti.

Nello stabile di Via Zamagna il custode che Aler voleva insediare è durato mezza giornata a causa delle bottigliate ricevute, mentre da mesi si svolge un grande mercatino ambulante abusivo in Piazza Selinunte sotto gli occhi di tutti. In questo panorama il centro sinistra contesta la costruzione di un commissariato di Polizia mentre propone piazze tattiche che diventerebbero automaticamente piazze di spaccio.MilanoPost San Siro case occupate

E ci limitiamo delle questioni elementari come la sicurezza e la pulizia, perché se si affrontano temi più strutturali e urbanistici, il Comune sa solo ripetere, come un disco rotto, che i problemi sono competenza di ALER, cioè dell’amministratore dei condomini ! Mentre non é stato capace di proporre servizi per l’integrazione, di creare mix sociale,  né ha mai dato risposte alle proposte di riqualificazione attraverso i privati del quartiere.  Un quartiere  che avrebbe potuto beneficiare di interventi milionari se solo Sala si fosse degnato in 7 anni di dare risposte alle società che volevano rifare il vicino stadio di San Siro.

Oggi, devo dire a differenza degli anni 70 e 80,  la sinistra che amministra Milano è cosi: sa fare annunci social e murales colorati.

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

L’articolo Sempre più degrado a San Siro ma gli Assessori fanno murales proviene da Milano Post.

Source: Fabrizio c’è

Sala attacca: che ne sa Barbara Berlusconi? Il Sindaco invece da 6 anni non sa che fare

I tentennamenti del Sindaco Beppe Sala sulla questione Stadio vanno avanti dal 2018.  Da quel tempo le società posero il problema che, orfane di padroni mecenati come Berlusconi e Moratti, le squadre avevano bisogno di stadi moderni, multifunzionali, inseriti nel capitale sociale e gestiti dalle società.

Da allora Sala ha temporeggiato addirittura organizzando con soldi dei contribuenti un inutile dibattito pubblico. Ha esasperato con i suoi dubbi  le 2 società di calcio Milan e Inter che avevano presentato un progetto di nuovo stadio unico da 1,2 miliardi.  Ha cincischiato finche sono maturati i tempi di un vincolo architettonico su San Siro, senza decidere una virgola.

Pensavo che la paura di decidere fosse connessa alle elezioni del 2021 ma invece dopo la sua rielezione Sala è parso ancor più pavido, timoroso di mettersi contro il mondo green e verde a cui lui vorrebbe ispirarsi.

Ora che Milan e Inter hanno intrapreso la strada di costruirsi un loro impianto, una a San Donato e l’altra a Rozzano, Sala ha finalmente compreso il pericolo di trovarsi con un San Siro inutilizzato e da mantenere. Così ha tirato fuori dal cilindro l’idea di risistemare San Siro con soldi delle società attraverso un progetto, non definito, fumoso e senza numeri,  di riammodernamento di San Siro, beninteso sempre a carico delle 2 società.

Ecco il Sindaco tentenna, colui che ritardando  le scelte ha già prodotto un danno notevole alla città, ieri ha avuto anche il coraggio di attaccare Barbara Berlusconi che, al pari di decine di addetti ai lavori e manager, ha detto che il progetto  di “riattare San Siro è un ulteriore modo per non far nulla, e che tutti gli studi propendono per costruire ex novo lo stadio”

“Ma Barbara Berlusconi che ne sa?”  è esploso Sala, tutto piccato coi giornalisti che gli riportavano le parole dell’ex Ad del Milan.  Già lui, il Sindaco manager, invece la sa cosi lunga che, dopo 6 anni, ha in mente una idea geniale: incontrare fra una settimana le squadre e proporre loro di tornare al punto di partenza. Come nel gioco dell’oca.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

L’articolo Sala-tentenna è 6 anni che non decide su San Siro. Però non accetta critiche proviene da Milano Post.

Source: Fabrizio c’è

I consiglieri di Calenda scoprono che Milano ha problemi!

I rappresentanti di Azione a Palazzo Marino, la sinistra moderata di Carlo Calenda, hanno chiesto un “cambio di passo” a Sala. Dopo 8 anni in cui hanno condiviso ogni atto politico e amministrativo, dopo 8 anni di immobilismo di Sala, la sinistra da salotto buono di Calenda ammette che così non va!

Pastorella, Gelmini, Ascioti hanno scoperto, con un ritardo di 8 anni, che la sicurezza è un disastro, che la politica della casa è fallita e le ciclabili fatte col pennello sono una ciofeca! Bravi ma dove erano quando cittadini, comitati e partiti di centrodestra denunciavano le scelte di Sala?

Che roba è ‘sto cambio di passo? Cosa comporterà? Niente.

I capi di Azione si sono subito  premurati di dire che non vogliono le dimissioni di nessuno, manco di Granelli o dei geni che tagliano le linee ATM. Anzi hanno tranquillizzato la sinistra che loro correranno insieme anche nel ’27.

Continueranno a proporre un’alleanza minestrone con dentro Fiano e i sostenitori di Hamas, i nuovi palazzinari e gli occupanti seriali dei centri sociali, teorici della concorrenza e coloro che hanno ripubblicizzato persino i giardinieri.

Dunque cari amici della sinistra moderata e illuminata, spiegate al vostro leader  pariolino Calenda che o si manda a casa Sala oppure il cambio di passo è solo un inutile e tardivo distinguo in vista delle elezioni europee.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

L’obiettivo di verdi e sinistra è la decrescita felice

Assessori e consiglieri della maggioranza si sono già riuniti lunedì per decidere come applicare anche a Milano il limite dei 30 Km. Sono già molto scocciati per il fatto che Milano, punta di diamante di tutte le politiche green, si sia fatta battere sul tempo da Bologna. Si inventeranno qualche cosa di ancora più radicale… nella folle corsa a chi è il più gretino in Italia ?

Già è assurdo che Milano, afflitta da numerose emergenze sociali e di sicurezza, dia priorità nella sua agenda politica a misure frutto di mode e ideologie piuttosto che bisogni reali.

Il Sindaco, scavalcato dai suoi estremisti verdi, già annuncia che non sarà 30 km all’ora tutta la città ma solo una parte rilevante che comprende “tutte le strade piccole”. Qualunque cosa questo voglia dire, ciò significa far circolare nell’incertezza centinaia di migliaia di automobilisti e soprattutto, come se ce ne fossero pochi, prevedere una nuova selva di milioni di cartelli stradali e relativi pali.

Si sostiene che la ragione dei 30km sia la ricerca di una maggiore sicurezza stradale. Va detto che nelle ore diurne la causa principale degli incidenti gravi non è tanto la velocità quanto il disordine e l’anarchia che regna nelle carreggiate con relativo aumento di collisioni tra auto e camion da una parte e mobilità leggera (moto, bici, monopattini  dall’altra. Nelle ore notturne invece, si segnalano molti incidenti dovuti ad alta velocità e guida in stato di ebrezza, ma fino ad oggi il Comune attraverso la polizia locale nulla ha fatto per far fermare guidatori alterati e strafatti, mentre a far rispettare il limite di 50 Km/h ci sono solo le telecamere in alcune vie d’accesso.

Il limite dei 30 produce un abbassamento della velocità media generalizzato in un traffico già congestionato che determinerà più inquinamento, maggiori tempi di percorrenza e di motori accesi, minore fluidità del traffico e quindi maggiori incagli e tempi più lunghi anche per il trasporto pubblico. Spostarsi in taxi diventerà costosissimo mentre i disagi e le diseconomie per famiglie e imprese possono solo aumentare.

Si obietta che le zone a 30 km sono previste dal codice e furono attuate anche da Comuni di centro destra. Certo all’interno di singoli quartieri residenziali è una misura intelligente ma va sposata con una fluidificazione del traffico nei grandi assi viari della città. Purtroppo con Sala Milano ha fatto l’opposto, restringendo con ciclabili e marciapiedi i grandi assi di circolazione, le vie d’accesso e le circonvallazioni col risultato che molti usano pericolosamente le vie secondarie per spostarsi in città.

Per migliorare la sicurezza stradale è molto più efficace mettere più pattuglie di vigili sulle strade, fare più manutenzione stradale e migliorare l’illuminazione pubblica. Il limite generalizzato è inefficace perché è più pericoloso un automobilista ubriaco in una zona 30 km/h che un automobilista vigile in Via dei Missaglia a 51 km/h.

Alla fine come tutte le aree B e C, come le ciclabili e la distruzione della sosta, gratta gratta queste utopie verdi non producono alcun risultato in termini di sicurezza stradale e di ambiente. Sono solo una nuovo passo verso il vero sogno di verdi e sinistra: la decrescita felice (per loro) di Milano al posto di una città fondata sul lavoro, sul dinamismo economico e sociale, sul benessere.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

L’articolo Milano a 30 all’ora. Inutile per la sicurezza stradale, dannosa per ambiente e lavoro. proviene da Milano Post.

Source: Fabrizio c’è

Uno sciopero contro le politiche di Sala e Granelli

Ha fatto discutere lo sciopero della Polizia Locale la scorsa settimana. Il Corriere ha scritto che i ghisa stavano snaturando la loro storica vocazione al servizio dei cittadini. Sala ha cercato di far passare la vulgata che i vigili addirittura scioperavano contro un piano per riportarli in strada. Non è così.

Se nelle strade vediamo sempre meno Polizia Locale è per le scelte politiche sbagliate che da più di 10 anni hanno assunto Sala e Pisapia.

Prima fra tutte il ritardo nel bandire i concorsi, per cui oggi non abbiamo nemmeno i vigili per coprire il turnover, mentre il Sindaco in campagna elettorale cianciava di 500 vigili in più.

Poi perché in questi anni l’organizzazione del Corpo è stata affidata alle cure di Assessori (Granelli, Rozza, Scavuzzo e poi ancora Granelli) e Comandanti scelti con logiche partitiche più che di esperienza e competenza. Infine perché sono stati frammentati gli uomini in tanti micro nuclei ma mancano gli uomini per presidiare le strade e le notti milanesi.

Come ricordano quelli coi capelli bianchi, un tempo il ghisa era soprattutto una presenza amica e autorevole sulle strade, agli incroci. Negli ultimi anni invece è stato smantellato l’ufficio della polizia locale che si occupava di regolare il traffico, definendo incroci, aree di sosta e viabilità. Sala ha deciso che la gestione del  traffico deve essere affidato ai giovani consulenti green di AMAT, alle telecamere delle ZTL e agli autovelox.

Le attività di presidio e di rispetto della legge hanno dovuto fare i conti col buonismo della sinistra. Giusto per fare un esempio la polizia locale non accompagna più i controllori sulla 90/91 per controllare i documenti. Oppure si ripristinano i Vigili in bici dopo che la morte dell’agente Savarino ha dimostrato la pericolosità. È di questi giorni la proposta del Presidente della Commissione Sicurezza, Albiani (PD ), di istituire corsi per gli agenti della Polizia Locale, per insegnare loro come non discriminare extracomunitari e Lgbt.

Ma il caso più emblematico è quello del Taser.  Questo strumento  per certi interventi è più sicuro ed efficace delle armi, può essere assegnato agli agenti di Polizia Locale dal 2022. Ma alcuni esponenti del PD sono contrari e così si è bloccato tutto. E quando il superconsulente voluto da Sala, il Prefetto Gabrielli, ha ammesso che è utile che i Vigili ne siano dotati, ecco l’ineffabile annuncio dell’Assessore Granelli: “Stiamo predisponendo un regolamento per sperimentare i 2 taser (due in totale) che verranno affidati ai 3000 agenti della polizia locale di Milano”!!

Dunque mentre gli interventi dei Vigili in contrasto al crimine sono decine al giorno, il Comune ci metterà 2 anni a dotare la città di 2 soli taser!

Forse il problema non è un giorno di sciopero dei ghisa ma 10 anni di scelte politiche sbagliate e di gestione sgangherata del corpo.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

Presi dalla polemica di giornata sul deputato che spara a Capodanno, sono passati sotto traccia nei media alcuni episodi che dovrebbero far invece  riflettere sulla polveriera che possono diventare Milano e l’Italia.

Mi riferisco a quanto successo la notte di Capodanno in Piazza Duomo e a San Siro.

La piazza principale è stata invasa da tantissimi giovani immigrati o italiani immigrati di seconda generazione che si erano dati appuntamento lì probabilmente a mezzo social. Solo la imponente presenza delle forze dell’ordine ha evitato che dalla esplosione di botti si passasse ad azioni più violente. La stessa cosa si è verificata il 24 dicembre in Piazza Gae Aulenti.

Si comprendono ora le ragioni di ordine pubblico che hanno sconsigliato di organizzare il tradizionale evento concerto di Capodanno. Lo scorso anno si era concluso con aggressioni e violenze sulle donne.

Albero di Natale in piazza Duomo che la Giunta ha lasciato spento anche la notte di Capodanno

Anche a San Siro, in via Zamagna dove bande di spacciatori magrebini dominano il quartiere, solo il pronto intervento di Polizia e Amsa ha evitato che si desse fuoco ai cassonetti dei rifiuti e si erigessero delle barricate. Le forze dell’ordine hanno mantenuto la calma nonostante lanci di pietre e provocazioni e il fuoco della rivolta alla “parigina” non è divampato.

Oltre a ringraziare il Questore Petronzi e gli uomini in divisa per misure preventive messe in campo, forse bisognerebbe concentrarsi su questo grande problema della città. Ogni  momento una miccia  si può innestare  negli ambienti dei giovani immigrati di seconda generazione, italiani a tutti gli  effetti ma portatori di rabbia e sentimenti di rivalsa che si esprimono nello spaccio, nelle baby gang e nella musica trap.

Perché non si integrano? Perché odiano la città e la nazione dove crescono? È giusto lasciare alcuni quartieri in balia del loro arrogante controllo? Il Comune ha organizzato nei quartieri dove vivono qualche attività formativa, culturale, sportiva, ricreativa per recuperarli?

Se non ci poniamo queste domande, se non affrontiamo questi fenomeni, in un momento in cui nello scenario internazionale vi sono appelli alla radicalizzazione delle comunità islamiche di tutta Europa, rischiamo grosso. Altro che i botti o gli spari di Capodanno.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

L’avviso di garanzia a Granelli per l’incidente mortale occorso a una ciclista in Via Francesco Sforza non è una condanna per l’Assessore che inventò le ciclabili fatte col pennello. Dimostra però che i magistrati vogliono vedere chiaro nelle modalità e nelle procedure con cui Milano è stata riempita di ciclabili, né sicure né particolarmente utilizzate.

Tutto parte dal 2020 quando proprio Granelli si vantò sui giornali di aver proposto e ottenuto dall’allora Governo Conte la possibilità di tracciare le ciclabili senza obbligo di corsia protetta e la possibilità di far andare le bici contromano. In realtà nel Decreto Crescita c’era scritto a chiare lettere che per definire come si realizzano le nuove ciclabili sarebbe stato emanato entro 60 giorni un decreto attuativo.

Il decreto attuativo non venne mai emanato perché i tecnici del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture si resero conto dei problemi di sicurezza stradale e confusione sulle strade che la norma avrebbe determinato.

Intanto però Sala e Granelli realizzarono la ciclabile di Corso Venezia addirittura prima che fosse approvato il decreto legge e tutte le altre ciclabili senza che fossero state emanate le istruzioni nel Decreto Attuativo che non vedrà mai la luce.

E’ come se un privato costruisse un palazzo prima di avere ricevuto la concessione edilizia, reato punito con la galera e il sequestro e la demolizione dell’immobile.

Per questi motivi scrissi al Segretario Generale del Comune di Milano e poi feci un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, senza però ricevere notizie.

Ora, oltre ad appurare di chi sia penalmente la responsabilità se una mamma in bici è stata schiacciata da una betoniera a un incrocio, sarebbe giusto che i magistrati (pure quelli contabili) verificassero se è lecito realizzare ciclabili con modalità non ancora definite dal Ministero e dal Codice della Strada. Se sia giusto realizzare delle opere pubbliche, come sono le ciclabili, senza un progetto preliminare e senza studi sui flussi di traffico e di costi/benefici, con il risultato di rifare enne volte a spese del contribuente l’intervento come in Buenos Aires.

Oltre le valutazioni della magistratura i milanesi una idea se la sono fatta. La Giunta ha sposato l’idea dei verdi che per ridurre il traffico automobilistico bisogna ridurre le carreggiate e le soste, mentre sarebbe stato più ragionevole puntare sul trasporto pubblico. Le ciclabili fatte a pennello e a capocchia non portano più sicurezza, né un maggior uso delle bici che, ricordiamolo, non sono un mezzo di trasporto per tutti i climi e per tutte le esigenze. Però la scusa delle ciclabili ha consentito di restringere in tempi rapidi le carreggiate di tanti assi stradali (e non era manco obbligatorio farle sulle strade principali).

Oggi abbiamo più congestione del traffico e alcune strade con aria da camera a gas, trasporti pubblici più cari e meno frequenti e non abbiamo nemmeno aumentato la sicurezza e la propensione all’uso della bici, che dipende forse più dalla manutenzione di asfalto e pavé o dalle rastrelliere più che dalle sbandierate ciclabili.

Speriamo cambino strategia Sala e gli assessori, visto che per 3 anni avranno  ancora la responsabilità di governare Milano.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

L’articolo Avviso di garanzia a Granelli: quali sono le vere responsabilità di Sala & co proviene da Milano Post.

Source: Fabrizio c’è

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