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Archivio di febbraio 2016

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Liberare le energie di Milano

domenica, 28 febbraio 2016

Milano 28 Febbraio – Tanto entusiasmo per Stefano Parisi, ma anche l’orgoglio per una cultura politica liberale e riformista che dopo cinque anni di sinistra/sinistra vuole tornare protagonista a Milano.
Questo è il senso della kermesse di Forza Italia di ieri. Molti i filmati di denuncia su degrado, periferie abbandonate, delinquenza fuori controllo. Ma soprattutto una cultura di governo diversa da quella subita dai milanesi per 5 anni.
Nessun complesso di inferiorità nei confronti del governo praticato da Maran, Majorino, Granelli e Rozza (tutti riconfermati da Sala), ma una orgogliosa ripresa dei valori e dei progetti che hanno prodotto sotto Albertini e Moratti tanti risultati concreti: la Scala restaurata, 3 depuratori, prolungamento dei metrò, completamento del passante, tanti nuovi parchi e musei.
Ma anche la ripresa di una visione riformista che contraddistingueva le amministrazioni degli anni ’60 e ’70: attenzione alle periferie, costruzione di case popolari, formidabili servizi sociali e cura degli anziani.
E poi un approccio chiaro: si parte dai bisogni non dalla ideologia. Dunque priorità a sicurezza e lavoro.
La sicurezza è un diritto. Chiederla non è la conseguenza di paure seminate dalla tv o dalla politica. È un diritto che dobbiamo alle persone più fragili (gli anziani), a chi non vive in centro, ai contribuenti che pagano tasse per vedere protette le loro proprietà.
E la soluzione sono 1000 uomini in più tra esercito da far ritornare, Vigili di cui va rimpiazzato l’organico, vigilantes su mezzi e grandi agglomerati di case popolari.
Ma anche il lavoro è una priorità. Non siamo più negli anni ’60 dove il lavoro era creato direttamente dal Comune o da Atm. Oggi il Comune deve favorire nuovi insediamenti, attrarre nuovi investimenti privati, agevolare la nascita di nuove imprese, nuovo commercio e nuovi servizi.
Per questo la ricetta è eliminare burocrazia, vincoli e tasse esagerate, tutto ciò che purtroppo hanno fatto gli arancioni: ricordiamo il no al Cerba, che avrebbe portato 1500 posti di lavoro, per tutelare un campo di patate in Via Ripamonti.
Per questo la proposta di Parisi è quella di impegnare da subito il Consiglio Comunale nella eliminazione o modifica di una serie di regolamenti “lunari” che impediscono ogni libertà di impresa, da quello edilizio a quello del commercio.
Dobbiamo avere il coraggio insomma di attrarre nuovi ricchi e nuovi talenti, non centri sociali, rom e graffitari.
E Milano tornerà a crescere e a creare quella ricchezza che consente di potere distribuire solidarietà e assistenza.

Fabrizio De Pasquale Consigliere Comunale di Forza Italia

 

300 posti auto spariti nel quartiere Tortona-Solari

venerdì, 26 febbraio 2016

Milano 26 Febbraio – Scrive su facebook il comitato Qts 2.0:

“Abbiamo atteso che le piste ciclabili fossero aperte per completare la mappatura degli stalli auto che la nuova viabilità ci ha lasciato in eredità: la situazione è ovviamente peggiore di come ce l’avessero prospettata e gli stalli auto decisamente meno di quelli previsti dal progetto esecutivo.
A seconda di come li contiamo (ognuno leggendo i numeri può fare le valutazioni che meglio crede), i posti in meno rispetto alla situazione precedente variano tra 200 e 300 su un totale di circa 1.000 stalli (contati nelle vie interessate dai lavori).
Già prima esisteva un consistente deficit di posti auto documentato in un nostro reportage fotografico ( https://www.facebook.com/media/set/… )… ora si tolgono altri 2/300 posti auto… poi però non ci lamentiamo se le auto vengono parcheggiate sui marciapiedi o alla meno peggio… non ci lamentiamo se le persone sono incivili…
Certo ora il Comune avrà altri 2/300 cittadini residenti da spennare con multe facili facili!”

Quello che fa rabbia è che questi cittadini hanno in tutti i modi cercato di avvertire per 3 anni l’amministrazione sull’assurdità del progetto di piste ciclabili nella zona.
Ma l’arroganza di una amministrazione per cui l’ideologia viene prima della realtà è stata sorda. Addirittura Maran non ha voluto nemmeno posporre i lavori dopo il cantiere M4 che sta già paralizzando la zona.
Altri posti auto cancellati, ma così non si cancella lo smog, si rende solo più difficile la vita a chi vive e lavora a Milano.
Non rimane che ricordare a tutti che Pierfrancesco Maran si è piazzato a fianco di Sala e sarà dunque confermato nel caso di vittoria del candidato del Pd. Meditate gente meditate….

Fabrizio De Pasquale, Consigliere comunale di Forza Italia

 

La sinistra riparte con le moschee. Abbiano il coraggio di confrontarsi con i residenti

giovedì, 25 febbraio 2016

Milano 25 Febbraio – Non si conoscono ancora le motivazioni per cui la consulta ha bocciato la legge Regionale sui luoghi di culto dopo l’impugnazione da parte del Governo Renzi.

Ma tanto basta per far esultare Majorino, Ambrosoli e compagni. E così la sinistra rilancia l’idea di assegnare subito le aree comunali per le moschee a Lampugnano e in Via Esterle (Via Padova).
Sono veramente degli irresponsabili. Esultano perché vorrebbero assegnare, a prezzi di saldo, dei locali senza aver pianificato un inquadramento urbanistico che tenga conto di compatibilità ambientali, parcheggi, trasporti. Senza le procedure fissate dalla legge sarebbero totalmente carenti i profili legati alla sicurezza.Il Comune di Milano vorrebbe assegnare ad Associazioni che non hanno fornito nel bando informazioni preventive sulla provenienza delle risorse finanziarie che investiranno. Lo faranno cammin facendo!
Fra le associazioni partecipanti ci sono gruppi inseriti nelle black list dei fiancheggiatori del terrorismo in altri paesi.
Rimane poi aperta una questione di metodo: se altre confessioni religiose, si sono date un inquadramento istituzionale e delle gerarchie e hanno firmato una Intesa con lo Stato Italiano, perché dovremmo premiare associazioni che non hanno compiuto questo passo, né sottoscritto la Carta dei Valori del Ministero degli Interni?

Fortunatamente, i ricorsi presentati dagli stessi partecipanti e la netta opposizione del centrodestra non consentono di far partire la costruzione delle moschee prima delle elezioni.

Ma siamo prontissimi a organizzare un confronto e dei dibattiti nelle zone di Via Esterle e Lampugnano: vengano Majorino, Sala e i 5 Stelle a spiegare ai residenti la loro decisione di far costruire 2 moschee senza concrete garanzie.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

 

M4, ora saltano fuori costi aggiuntivi e varianti

martedì, 23 febbraio 2016

Milano 23 Febbraio – Approvano i progetti a scatola chiusa e poi scoprono che esistono costi aggiuntivi e soluzioni migliori.
Questa è la storia della M4, il cui progetto è stato scelto e approvato dalla Giunta Pisapia con 2 delibere del luglio e agosto 2011. L’idea, del tutto condivisibile, del percorso era dei tempi di Albertini, ma fu nell’estate 2011 che si approvò chi e come realizzare il progetto.
Fu allora che la giunta Pisapia scelse il progetto Impregilo e non quello di Pizzarotti. Le motivazioni erano che costava meno e che sarebbe stato pronto nel 2015 (almeno la tratta Linate San Babila). Ora per i tempi sappiamo scavi M4come è andata: la M4 sarà pronta nel 2022 se tutto va bene. Ma anche la promessa sui costi minori sta barcollando.
Come era del tutto prevedibile, avere scelto il progetto più invasivo e con più interferenze con la superficie (quello di Pizzarotti scavava il tunnel più in basso e non interferiva con alberi e strade), sta portando più disagi, più ricorsi, più ritardi che alla fine significano più costi.
Su via Fopp , molti commercianti dovranno chiudere e altri rimarranno seminascosti per 5 anni. Il Comune dice che stanzierà 1,1 milioni. Stessi problemi, con costi ancora da quantificare su Via Lorenteggio, nella tratta del centro Sant’Ambrogio-San Babila. Danni anche ai molti negozi della tratta Tricolore-Plebisciti-Argonne: alcuni tratti sono chiusi con una residua passerella pedonale di 3 metri.
Poi ci sono i costi delle varianti Vetra (7 milioni), Crocetta, San Babila. E ancora i costi delle linee di superficie modificate, e gli alberi da traslocare ( dopo averne comunque abbattuti 550).
Fa arrabbiare la superficialità con cui ora, a distanza di 5 anni Maran e D’Alfonso, scoprono questi problemi e cercano di correre ai ripari. Hanno rifiutato in passato le nostre proposte di esentare dalle tasse gli esercizi commerciali colpiti da disagi, ora a qualche mese dalle elezioni promettono fondi che magari arriveranno quando le attività saranno gia morte. Pensano di rimediare alla loro grave distrazione di qualche anno fa con cartelli indicatori e qualche albero con cui compensare gli abbattimenti di piante storiche già avvenuti.
Una cosa è certa. La M4 , che andava e va fatta, dimostra che per 5 anni hanno governato dei ragazzini incapaci, che prendono decisioni con superficialità e affrontano i problemi quando il tempo è scaduto.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

 

Nel 2016 dare la casa in comodato costerà di più. E sarà più difficile

domenica, 21 febbraio 2016

Milano 21 Febbraio – Era una delle cose fatte in questi anni di cui andavo più orgoglioso. Ma il Governo Renzi la ha cancellata per il 2016.

Parlo della possibilità di assimilare a prima casa gli immobili concessi in comodato ai parenti di primo grado in linea retta: case date in comodato gratuito da un genitore a un figlio o da un figlio a un genitore.

Nel 2014 e 2015, grazie a una lunga battaglia in aula e a un mio emendamento al bilancio, Milano si era avvalsa di questa importante opportunità di sconto concessa ai Comuni. Chi dava la casa in comodato a un parente in linea retta pagava come se il proprio immobile fosse una prima casa: quindi Imu prima casa o Tasi (nel 2015). Un bel risparmio, anche piu di 1000 euro all’anno.

Con la nuova legge di stabilità 2016 però lo Stato ha tolto ai Comuni la possibilità di decidere autonomamente. Le regole sono uguali in tutta Italia. E naturalmente sono meno vantaggiose. In pratica il proprietario che dà la casa in comodato pagherà il 50% della Imu seconda casa: quindi sicuramente più della Tasi che si pagava lo scorso anno.

Anche i requisiti sono più stringenti: per poter usufruire dello sconto, non bisogna possedere altri appartamenti anche se in altri comuni.

Insomma anche questa opportunità un tempo offerta alle famiglie viene ridotta o annullata. E a Milano, dove l’Imu è ai massimi consentiti dalla legge, sarà una nuova mazzata. Da notare che nel bilancio 2016 è ancora prevista la voce Tasi sulle prime case. Quindi con l’eliminazione della Tasi su chi vive nella prima casa di proprietà decisa dal Governo il Comune dovrà reperire 250 milioni. Che non arriveranno da fondi compensativi statali, ma da nuovi prelievi sui contribuenti milanesi o da tagli alla spesa. Quest’ultimi però gentilmente lasciati nell’elenco delle cose da fare al successore.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia.

 

Via Villani : 400 inquilini del Comune abbandonati da Mm

sabato, 20 febbraio 2016

Milano 20 Febbraio – Mm presenta futuri servizi e numeri incoraggianti sulle occupazioni abusive. Ma la realtà degli alloggi è sempre una vergogna.

Sabato scorso, insieme a Gabriele Legramandi della zona 9, ho fatto un sopralluogo in Via Villani – Via Gioffré un complesso del Demanio comunale con più di 400 famiglie residenti adiacente a Piazza Maciachini.

E’ passato più di un anno dall’arrivo di Mm, ma la situazione di questi palazzi costruiti nel 1984 è poco dignitosa. Muri scrostati e recinzioni divelte. Pessima manutenzione di verde e pulizie.

E poi il quadro desolante della sicurezza che fa apparire fantascienza gli annunci della Benelli su 200 impianti antiintrusione (già collocati) e telecamere, che saranno installate ma chissà quando.

Nelle cantine del palazzo vivono gruppi di extracomunitari abusivi. Nelle terrazze viene nascosta refurtiva e stupefacenti.Tutto cio e possibile con la connivenza di qualche inquilino e perché i portoni di ingresso sono sempre fuori uso.

Nei garage e nei cortili interni stazionano auto che non appartengono agli inquilini. Infine nel parcheggio antistante da mesi si svolge un mercatino abusivo di prodotti alimentari dell’est europeo.

Un comitato di inquilini coraggiosi, guidato da Oscar Persico, ha denunciato tutto ciò ma Mm e Comune sono latitanti. Questa è la realta, dopo che il Comune ha voluto un secondo gestore Mm, con nuovo personale, nuovi dirigenti e nuovi costi mentre per gli inquilini la qualità dei servizi è solo peggiorata.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

 

Il Parco delle Cave dopo 5 anni di mancate promesse

mercoledì, 17 febbraio 2016

Milano 17 Febbraio – Il Parco delle Cave, il grande Parco a sud ovest della città, realizzato a partire dagli anni 90, è oramai una degli angoli più belli della città.
Cresciuto grazie a stanziamenti delle amministrazioni Albertini e Moratti, sotto la direzione di Italia Nostra e grazie alla fattiva presenza di numerose associazioni (i Pescatori, gli Arcieri, la cava Aurora, la Bersagliera, la Bocciofila) ha vissuto questi 5 anni di Pisapia una fase di stallo.
Da una parte si è assistito a un assurdo tentativo di riaccentrare le competenze di gestione sulla Direzione del settore Parchi e Giardini, sconfessando un modello vincente.
Dall’altra la Giunta non solo non è riuscita a stanziare fondi per completare il parco nel suo disegno sul lato Ovest, né a riqualificare la cava Ongari, ma ha addirittura buttato al vento i fondi previsti dalle Vie d’acqua di Expo per realizzare canali e piste ciclabili a causa del cedimento al fronte dei gruppi no canal.
E in un parco che non cresce e con minor manutenzione, sono tornati tristi fenomeni come lo spaccio e bande di giovani teppisti. Il tutto grazie alla scarsa attenzione per la sicuezza che contraddistingue tutta la gestione del Comune da parte di Pisapia.
Così dopo incendi e molestie estive, si sono purtroppo verificati nei giorni scorsi anche gravi danni contro le strutture dell’associazione Bocciofila. È sempre più necessario garantire un maggior presidio e un controllo diffuso delle telecamere.
Anche in questo stupendo pezzo di periferia milanese, quasi simile alla campagna irlandese, c’è bisogno di una politica che sappia valorizzare e non irrigimentare l’associazionismo. C’è bisogno di investimenti per il verde e non di chiacchiere ecochic.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

 

Letizia ebbe la visione di Expo, Matteo e Giuliano smarriti nel post Expo

mercoledì, 17 febbraio 2016

Milano 17 Febbraio – Sono passati appena 3 mesi e mezzo dalla bellissima festa di chiusura di Expo2015. Sembra però passata una vita.
Il ricordo di un evento che ha dato orgoglio e lustro alla città è stato sotterrato da polemiche, ma soprattutto dalla incapacità e dalla distrazione di chi governa il paese e Milano.
Che ne è del progetto università ? Il Governo non ha stanziato nemneno le briciole. Renzi in compenso ha peggiorato la situazione strappando il Commissario straordinario Giuseppe Sala alle sue funzioni, in un momento in cui sarebbe servita la sua memoria ed esperienza, per utilizzarlo nei suoi disegni elettorali. Sala ha accettato di andare a fare un mestiere non suo, quale il candidato di partito alle elezioni, con risultati non entusiasmanti. In questo modo, come era prevedibilissimo, Expo2015 finisce per essere solo oggetto di polemica politica e tutta l’azione di Sala può essere letta come un disegno politico preordinato.
Nebbia fitta anche dalle parti del Comune, che avendo un terzo delle quote della società che detiene le aree, rischia di trovarsi sul groppone terreni svalutati e pure decenni di spese di vigilanza da affrontare. Per sostituire Sala, Palazzo Marino ha addirittura nominato un manager poi risultato con condanne di insider trading alle spalle e quindi ha in fretta e furia rinominato il Prof Alberto Grando alla guida della società.
Le idee del Comune su cosa fare a Giugno 2016, quando l’area sarà liberata dai vecchi padiglioni nazionali ,semplicemente non esistono. Eppure Pisapia ha avuto 5 anni per pensarci. Al momento l’unica idea forte è aspettare soldi da Roma dove, con l’eccezione del Minstro Martina, sembrano tutti aver dimenticato la pratica Expo.
Regione Lombardia ha fatto la sua parte stanziando ben 25 milioni per riaprire da maggio il Cardo e Padiglione Italia e ospitare la Triennale di architettura e l’operazione sarà affidata all’omonima Fondazione.
Se Letizia Moratti aveva dimostrato visione ottenendo Expo a Milano, possiamo dire che Renzi e Pisapia hanno dimostrato la loro superficialità e pochezza impantanando nelle sabbie mobili della indecisione il post Expo.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

 

Cosa cambia con Stefano Parisi

domenica, 14 febbraio 2016

Milano 14 Febbraio – La candidatura di Stefano Parisi ha completamente cambiato lo scenario delle elezioni a Milano. Mentre il centrodestra si allarga e includerà una lista civica di ispirazione cattolica e forse anche una di matrice riformista, nel centrosinistra sono guai: Sala non ha sfondato al centro, i grandi nomi sono andati con lui a cena ma poi non sono andati a votarlo alle primarie e cosi ha raccolto solo il voto di 25.000 elettori militanti PD e cinesi. In compenso ora la sinistra recalcitra e la presenza di un altro candidato sindaco di sinistra (Dalla Chiesa o Civati) è probabile.
Ma chi è e cosa vuol fare Stefano Parisi?
Stefano Parisi è soprattutto un innovatore. Cresciuto da giovane negli ambienti socialisti, fattosi le ossa come capo del Dipartimento Economico di Palazzo Chigi, è stato city manager di Gabriele Albertini dal 98 al 2001 e poi direttore generale di Confindustria. Quindi una lunga esperienza con Fastweb e poi ha fondato Chili Tv, concorrente di Netflix e Mediaset nella vendita di contenuti digitali. Ha un carattere molto aperto ed è molto curioso e, per usare un espressione milanese, “non se la tira”.
Nei primi incontri con i consiglieri di Forza Italia è apparso concentrato su 3 questioni: abbassare le tasse grazie a una vera riduzione di spesa, mettere la sicurezza al centro dell’attenzione del Comune senza snobismi radicalchic, ripensare completamente i servizi sociali, che così come funzionano oggi, tutelano forse migranti e protetti dai sindacati, ma lasciano abbandonati al loro destino anziani soli, famiglie che hanno perso reddito o con anziani non autosufficienti e sfrattati.
Parisi ha dato un segnale che è finita l’epoca del pressappochismo arancione: la vicenda simbolo di Piazza Castello, con gli Expo Gate dimenticati lì da Pisapia e la pista ciclabile nell’isola pedonale, sarà il primo cambiamento visibile. Via i mammozzoni e strada aperta durante la settimana.
Altre 2 cose appaiono sicure. Non ci saranno cedimenti a centri sociali e violenti che invece Sala dovrà coltivarsi per conquistare il voto di Sel. Una grande attenzione verrà riservata al funzionamento della macchina comunale, con servizi più digitali e un controllo di tempi e obiettivi che il Sindaco sessantottino Pisapia considerava un inutile orpello.

Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale di Forza Italia

 

Anche all’ortomercato tutto da rifare. Zero investimenti in 5 anni

venerdì, 12 febbraio 2016

Milano 12 Febbraio – Se qualcuno volesse ancora una prova del fallimento della sinistra al governo di Milano, basta andare all’ortomercato.
Qui in cinque anni non ne hanno letteralmente indovinata una.
L’ortomercato è una delle ricchezze di Milano. Ci lavorano 8.000 persone e, nonostante le trasformazioni nel settore determinate da internet e dalla grande distribuzione, è un punto di forza non solo per l’economia e l’occupazione ma anche per la qualità della vita di Milano. E’ gestito da una società pubblica, Sogemi, che è di proprietà comunale, mentre i terreni sono del Comune.
Le precedenti amministrazioni non avevano fatto molto, ma almeno avevano preso la decisione strategica: il mercato rimane li nell’area di Via Lombroso. Pisapia e l’ineffabile D’Alfonso, hanno cominciato mandando a casa un ottimo manager, Luigi Predeval, solo perché nominato dalla Moratti, poi hanno vagheggiato di affidare la Sogemi al sistema cooperativo, ma alla fine sono rimasti fermi.sciopero ortomercato
In 5 anni hanno partorito e pagato ben 2 piani strategici ma dimenticato di fare le cose essenziali: fare un investimento per mantenere la catena del freddo, ammodernare il sistema di carico e scarico costruendo delle ribalte, riconnettere le ferrovie, i cui binari passano accanto all’area, con l’ortomercato.
Nulla di tutto ciò è stato nemmeno cominciato, mentre come al solito sono stati aumentati i canoni di affitto del 30%. La Sogemi ha cambiato in 5 anni vari cda e managers ma ha sempre fatto il contrario di quanto proponevano gli operatori e i lavoratori del mercato ortofrutticolo, dagli orari allo scarico merci. Mai che qualcuno a sinistra si ponesse la domanda: perché il Comune deve occuparsi di vendere cetrioli e cavolfiori?
Ora Pisapia ha accettato le dimissioni di Niccolò Dubini, da lui nominato Amministratore unico un anno fa, che aveva presentato un piano troppo ambizioso: effettivamente prevedeva investimenti per 450 milioni.
In pratica, come per gli scali ferroviari, si torna alla casella di partenza. Sono passati 5 anni, sono stati fatti errori sulla pelle degli operatori, il prossimo Sindaco dovrà ripartire da zero.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

 

 

 

 

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