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Archivio di febbraio 2011

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Ma a che serve l’Europa?

venerdì, 25 febbraio 2011

I rivolgimenti politici in corso nei paesi arabi trasformeranno il mar Mediterraneo in un canale che porterà centinaia di migliaia di persone disperate sulle coste italiane non appena le condizioni atmosferiche si saranno calmate. Sarebbe logico pensare che questa emergenza umanitaria e sociale venisse affrontata dall’Unione Europea. Il Governo Italiano lo chiede da quando è crollato Ben Alì in Tunisia. Ma invano. La Commissone Europea , che avrebbe i poteri e le dimensioni per affrontare l’emergenza profughi diluendola fra 26 paesi e ,ancor prima, per fare una politica estera in grado di evitarci gli attuali salti nel buio, non fa e decide nulla, a parte i soliti generici e tardivi appelli alla fine delle violenze.

Quindi viene spontaneo chiedersi a che serve l’Europa?

Certo la moneta unica e la libertà di movimento di persone e merci sono state grandi conquiste ma per ottenere questi risultati non sarebbe stato necessario costruire una potere sovranazionale cosi pervasivo e mettere in piedi un apparato burocratico tanto costoso . L’Unione Europea , ha un senso , se dal punto di vista politico tutti gli stati che ne fanno parte sono tutelati nei loro interessi. Ora io ricordo che l’Italia ha avuto dalla UE vari rimbrotti sulle misure prese nei confronti dei respingimenti e dei Rom , senza che dall’Europa giungessero soluzioni alternative. Va ricordato poi che per vincoli comunitari non si possono introdurre misure di vantaggio fiscale per promuovere il Sud e che sempre l’Europa ci impone col patto di stabilità il blocco degli investimenti degli enti locali.

La cosa più grave è tuttavia che l’Europa non abbia sviluppato in questi anni una politica estera. In un momento in cui è venuto meno il ruolo di ” carabiniere” del mondo da parte dgli USA, cosa che mette vaste aree del globo in una situazione di instabilità . sarebbe necessario quello che Berlusconi ha da tempo proposto , e cioè, un piano Marshall per i paesi arabi del Mediterraneo. Ricordiamo che in questi paesi le ricchezze sono veramente concentrate in poche famiglie e le rivolte di queste giorni nascono dalla insoddisfazione di strati anche acculturati delle popolazioni arabe. L’Europa invece in questa materia ha lasciato che ogni paese si arrangi ne ha compreso che per combattere il fondamentalismo è necessario prima di tutto vincere la guerra della propaganda e della disinformazione: è assurdo che esista un canale di al jazeera in Inglese per gli occidentali mentre non esistono canali inlingua araba con il punto di vista degli europei.

Alla luce di questi fatti se da una parte va ripensato il nostro acritico credo europeista dall’altra credo sia giusto non perdere di vista in queste vicende il concetto fondamentale di interesse nazionale.

A mio avviso si è perseguito l’interesse nazionale quando si è sottoscritto con Gheddafi gli accordi di amicizia in virtù dei quali sono stati fermati gli sbarchi di clandestini provenienti dai porti libici e quando si sono intrapresi accordi commerciali che aprono la strada alle imprese italiane in Libia e agli investimenti libici in Italia. Questi sono aspetti più sostanziali del folklore insito nell’ultima visita di Gheddafi a Roma
L’interesse dellItalia oggi richiede un paese unito, maggioranza ed opposizione, nel rivendicare dall’Europa un atteggiamento meno passivo verso i rischi di invasione di profughi. Richiede anche un paese unito nel tutelare non solo i propri cittadini ma anche gli interessi economici delle proprie imprese in Libia. Non ultimo la difesa dell’interesse nazionale necessità che si operi sul piano diplomatico affinche’ venga evitata la pericolosa presenza di uno stato in mano a Al quaeda a 200 km dalla Sicilia. Di fronte a queste essenziali questioni per la nostra sicurezza e per la nostra politica energetica, l’opposizione smetterà di ammorbarci con le solite fesserie sul caso Ruby e contribuirà a portare avanti l’idea che il paese è unito nelle sue richieste alla UE e nella difesa dei soui interessi nazionali? non lo so però è certo che a questi temi gli italiani sono molto più attenti che al gossip.

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