copyright - Fabrizio De Pasquale
default-logo

Archivio di luglio 2010

Posted On

Essere liberali ai tempi delle intercettazioni

venerdì, 23 luglio 2010

molto di quello che leggo sulla stampa sulle intercettazioni è la negazione dei principi liberali sulla libertà individuale che nel corso degli ultimi secoli si sono affermati. Io penso che la libertà dell’individuo di esprimersi e di comunicare nella riservatezza può conoscere una parziale limitazione solo di fronte a un interesse pubblico di assoluta rilevanza quale è quello della sicurezza nazionale e della lotta alla criminalità. Per questo credo che siano ammissibili, con le limitazioni previste dalla legge, le intercettazioni telefoniche ordinate dalla magistratura. Quello che invece inon riesco a cogliere è come possa essere posto sullo stesso piano la libertà dell’individuo alla riservatezza , presente in tutte le costituzioni liberali del mondo e non a caso definita inviolabile dall’art.15 della Costituzione Italiana, con la libertà di stampa e il diritto di cronaca. Dico questo perchè rovinare la reputazione di una persona non condannata o addirittura totalmente estranea, infangare la sua onorabilità, violarne la sua riservatezza costituiscono un danno perl’individuo che le subisce che trovo estremamente superiore ai vantaggi che la pubblicazione prematura di una intercettazione  porta alla società. Si afferma, da parte di molti che nel 68′ scrivevano il contrario e che se non esistesse Berlusconi sarebbero meno giustizialisti, che grazie alla pubblicazione di intercettazioni possiamo giudicare meglio l’operato di chi ci governa o rappresenta. Ma  cosi’ come i giudici devono giudicare sulla base di argomentazioni dell’accusa e della difesa,  così i cittadini dovrebbero formarsi l’opinione su un accusato avendo a disposizione non solo un pezzo di conversazione ma tutto il materiale ( l’ambito, le vicende precedenti etc..)ed anche le deduzioni della difesa e questo, come è noto, non accade mai. Inoltre capita spesso che 2 delinquenti parlino di una terza persona che non c’entra niente e che viene spiattellata come collusa dei delinquenti senza che magari nemmeno li conosca. Allora mi domando: ma se non si pubblicano le intercettazioni prima del processo e prima che siano ripulite quelle conversazioni che non c’entrano  con le indagini, viene meno il diritto di cronaca e la libertà d’informazione? evidentemente no perchè i giornali potrebbero sempre scrivere che il tizio è indagato e che i magistrati sospettano che abbia fatto la tal cosa. Inoltre come è accaduto per esempio nel caso Scajola vi sono dichiarazioni di testimoni . Ecco io penso che lasciando ai soli magistrati il compito di origliare nella vita privata delle persone ( sperando che venga usato con la misura che giudicare altri richiede ) si difende la sicurezza e quindi la libertà di tutti noi, si evita magari di pregiudicare gli sviluppi delle indagini, si offre comunque alla stampa         ( che esisteva anche prima delle intercettazioni)  il compito importante di raccontare e non ricopiare le malefatte dei potenti, e si evita quella gogna mediatica che può cambiare la vita di una persona senza migliorare di nulla la società. L’opinione pubblica forse si diverte  o  si indigna a origliare attraverso una intercettazione ma di certo forma i suoi giudizi, soprattutto quelli elettorali,  sulla base di  più elementi, più generali  e complessivi. Domandiamoci perchè a un certo punto della storia non si sono più fatti i processi in piazza e sono scomparse le ghigliottine anche se il pubblico che stava in piazza gradiva. Perchè abbiamo scoperto che la libertà , fondata sui diritti individuali,  è il bene più importante su cui costruire una società.

Leave a Reply

*

Powered by keepvid themefull earn money