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Portare soccorso, aiutare la ripresa, non fare sciacallaggio ambientalista

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Il primo pensiero deve andare  ai 13 morti e le centinaia di migliaia di persone che in Romagna devono convivere oggi con paura e disagi e domani dovranno ricominciare a lavorare avendo avuto case, imprese, mezzi distrutti o danneggiati dal fango.

Meno dannoso oggi ma più pericoloso in prospettiva è lo sciacallaggio che su questa alluvione stanno praticando gli ambientalisti con la quasi unanime complicità dei mezzi di informazione.

Non vi sono ad oggi prove che il mondo sia in una fase di riscaldamento globale irreversibile né che questo surriscaldamento sia determinato dall’uomo e dalle sue   attività e produzioni.

Eppure sia la siccità dei mesi scorsi come le alluvioni di oggi ci vengono presentati come eventi “estremi”, determinati, secondo il pensiero unico degli ambientalisti, non certo degli scienziati, dall’azione umana sul pianeta.

Priva di un bersaglio politico preciso, essendo l’Emilia Romagna regione amministrata da quasi un secolo dalla sinistra, la speculazione politica ha preso la direzione del “cambiamento climatico”. La tradizionale polemica politica che in Italia si imbastisce dopo ogni calamità naturale non si è abbattuta sui Governi Regionali e locali, come accadde invece per la Regione Lombardia per il Covid. No, il ritornello di queste ore è che se vogliamo salvare altri cittadini da queste catastrofi occorre subito che l’Italia adotti misure estreme per la decarbonizzazione, che si blocchino auto e tutto quanto può generare produzione di Co2.

Ma ammesso e non concesso che tutto ciò sia in astratto efficace, che valore può avere ridurre le emissioni italiane o europee in un pianeta dove il resto del mondo inquina senza curarsene, come qui usava più di mezzo secolo fa?

Sfugge veramente il collegamento tra certi diktat normativi ambientalisti da applicare solo in Italia e fenomeni climatici che riguardano l’intero pianeta.

Meglio sarebbe concentrarsi su obiettivi più concreti e realizzabili come la pulizia delle sponde dei fiumi, la pianificazione urbanistica dei territori, la lotta al dissesto idrogeologico, e la prevenzione che oggi la meteorologia consente di sviluppare.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

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