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Torna la protesta delle tende. Il caroaffitti di Milano è frutto della politica urbanistica PD

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Dopo essersi fatti 3 mesi di vacanze sono ricomparsi gli Studenti con le tende al Politecnico e le solite occupazioni. Lottano per il diritto a abitare vicino alla loro università e potersi fare gli aperitivi in città.
Non sanno che generazioni di lombardi hanno frequentato gli Atenei milanesi venendo a Milano col treno e anzi utilizzando quelle ore spese nei vagoni per studiare.
Le tende sono una perfetta metafora di come la sinistra è capace di dettare l’agenda informazione.
Da almeno un decennio a Milano infermieri, tranvieri, poliziotti, precari e dipendenti pubblici lamentano il fatto che è impossibile vivere in affitto a Milano per chi ha redditi medio bassi.
Nessuno si è filato questi lavoratori mentre la narrazione dei giornali era la Milano dello skyline dei grattacieli, del boom di Expo e dell’immobiliare, e del turismo, della gentrificazione, del green. Sottinteso, era la narrazione,  per merito di amministratori illuminati di sinistra, che poi in realtà avevano solo tagliato nastri di opere volute da precedenti  sindaci.
Quando però si pone il problema dello studente del Poli che non vuol farsi 45 minuti sul regionale per Bergamo tutti scoprono il caro affitti e si mobilitano, salvo avere amnesie su chi è il responsabile.
E così tutti a protestare contro il Governo Meloni (eh figurati) e a pretendere che lo Stato per decreto abbassi i prezzi degli affitti.
Nessuno però si chiede cosa abbia fatto il Comune per programmare una offerta di alloggi a prezzi abbordabili in una città che per leggi di mercato vedeva aumentare i prezzi di vendita e di affitto degli immobili.
Il Comune è il decisore delle politiche urbanistiche, e tramite i suoi provvedimenti pianificatori e concessori, indirizza dove, come, che tipo e a quali condizioni si possono costruire o trasformare gli immobili.
Purtroppo le amministrazioni di sinistra non hanno costruito, o fatto costruire, come contropartita per le concessioni edilizie. Con gli oneri di urbanizzazione, nessuna casa popolare e nemmeno alcuna casa di edilizia convenzionata è stata costruita.
Fino agli anni 2010 in città le cooperative realizzavano alloggi per dipendenti pubblici, ferrovieri, insegnanti, forze dell’ordine grazie all’obbligo di destinare a edilizia sociale e convenzionata gli oneri di urbanizzazione che ogni costruttore deve al Comune.
Con l’avvento di Pisapia e Sala è caduto questo obbligo e si è preferito ” monetizzare”, cioè far versare direttamente  questi diritti concessori al Comune, che poi li avrebbe spesi dove voleva. L’opportunità di incassare e gestire nuovi soldini ha spinto gli assessori a rinunciare a farsi realizzare a scomputo quote di edilizia sociale
Ecco perché è mancato il necessario calmiere al rialzo del prezzo degli affitti, è mancata l’alternativa a una forte domanda di casa.
Pensando al futuro il Comune deve agevolare la costruzione (e la trasformazione) di case per redditi medi e bassi.  Ha gli strumenti per farlo. Sbaglierebbe invece di nuovo se volesse risolvere il problema inventandosi nuove regole per gli affitti brevi e crociate contro il diritto di proprietà.
Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

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