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Archivio di giugno 2015

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Ressa e pericoli alla Darsena. Per le lanterne che non decollano

giovedì, 25 giugno 2015

Milano 25 Giugno – Ieri sera la cosiddetta “notte delle lanterne” organizzata, si fa per dire, da una associazione buddista, si è trasformata in un delirio per chi vive vicino la Darsena, per chi si trovava a passare in auto e anche per chi c’era.

La serata ha riaffermato che nella Milano di Pisapia ognuno può svegliarsi e organizzare su aree pubbliche (non a casa sua) quello che vuole: rave party nei parchi, raduni, spettacoli musicali sgangherati davanti la Scala e anche adesso voli di lanterne con possibile atterraggio di palle infuocate su alberi e tetti.

Grazie ai social e alla voglia di svago a basso prezzo le notizie si diffondono ed ecco la calca indicibile di ieri sera: 80/100.000 persone sulla Darsena, panico, ressa, ambulanze che non passano, soliti vandali che camminano sui tetti delle auto, gente che urina sui muri, nessuna presenza di Vigili e forze dell’ordine, per non parlare di misure di sicurezza completamente assenti. Il tutto tra l’altro per assistere a uno spettacolo raffazzonato e improvvisato di 10 lanterne cinesi, costo sotto i 100 euro.

In pratica, chi vuole seguire le procedure e le giuste precauzioni per fare manifestazioni deve pagare un botto e magari farsi fare verbali per 50 centimetri di occupazione in più. Chi è “social”, amico della Giunta o artista di strada, non paga niente e può prendersi gli spazi pubblici che vuole, magari quelli per i quali la collettività ha appena speso 16 milioni di euro.

A proposito. Non è mai inutile ricordare ai cantori di Pisapia che il progetto della Darsena è dei tempi di Albertini e lavori e finanziamenti sono stati della società Expo.

 

I sogni impossibili e il ragionevole riuso delle strutture Expo in periferia

martedì, 23 giugno 2015

Milano 23 Giugno – La sinistra che governa Milano ha trovato il suo tema con cui far sognare Milano. La riapertura dei Navigli. Un giochetto che costerebbe almeno 404 milioni, mentre l’amministrazione deve ancora trovare almeno 500 milioni per sistemare le case popolari, e quasi altrettanti per l’edilizia scolastica, per non parlare delle bonifiche da effettuare, dei parchi e delle metropolitane nel cassetto. Insomma De Cesaris e compagni ci propongono un piano per il quale non c’e’ a breve copertura finanziaria. Nemmeno vendendo, ma loro sono contrari, pezzi di patrimonio comunale si potrebbe nei prossimi 10 anni dare priorità al progetto.

Sognano riaperture ma si dimenticano delle iniziative da completare.

Fra quattro mesi chiude Expo ma non esiste ancora mezza idea su cosa fare su quei 1,1 milioni di metri quadri che il Comune ha comprato assieme alla Regione. Tutti fanno passerella all’esposizione, nessuno prende decisioni per evitare che l’area espositiva rimanga abbandonata per anni.

Non c’è però solo il tema della destinazione. C’è anche il tema del riuso di tante strutture collocate dentro il sito Expo che dovranno essere smontate alla fine dell’esposizione.

Occorre che il Comune si doti presto di un piano per riutilizzare , senza distruggerle o farle marcire, panchine, fontanelle, giochi per bambini, piante, padiglioni prefabbricati, passerelle , cucine e molto altro. Alcuni paesi smonteranno e si riporteranno a casa le loro magnifiche strutture, ma molto resterà e ci vuole un piano e qualche risorsa per prevedere lo spostamento , la riallocazione e la ricostruzione in città.

Quanti parchi, asili e scuole materne, centri anziani, periferie potrebbero giovarsi di pezzi di eredità dell’Expo 2015, che così manterrebbe fede all’idea di un lascito improntato alla sostenibilità.

Bene questo dovrà essere il compito dei nostri amministratori nei prossimi mesi, non vendere sogni impossibili, dopo averli peraltro lasciati nel cassetto.

 

Il PD difende la street art nella città più imbrattata d’Europa

sabato, 20 giugno 2015

Milano 20 Giugno – Ineffabile il Pd milanese a capire quali siano le urgenze della città! Ieri gli Assessori Rozza e Granelli e vari consiglieri comunali hanno parlato di una delibera ” storica”: 100 spazi su pareti di edifici comunali assegnati ai writers per fare street art.

Non è un esperimento nuovo, né io mi ricordo di ragazzi multati perché imbrattavano qualche massicciata ferroviaria o deposito abbandonato.

C’è però un equivoco di fondo: i 100 spazi deliberati saranno forse utilizzati ma non serviranno a impedire il flagello di scritte, tag e graffiti che caratterizza Milano. Chi agisce con le bombolette vuole trasgredire e vuole lasciare un segno dove vuole lui. Ai vandali non interessano gli spazi assegnati dal Comune.

portale duomo milano portale duomo milanoIl problema è che negli ultimi anni chi voleva trasgredire e imbrattare Milano non ha trovato nessuna resistenza da parte del Comune. Dai treni del metro, agli edifici pubblici, addirittura al Duomo nulla è stato risparmiato. E questo perché non si è né combattuto a sufficienza il fenomeno né ripulito prontamente le scritte. Vanno praticate tolleranza zero e ripulitura agevolata come insegna l’esperienza di città dove il problema non esiste più.

Ad esempio in occasione di cortei studenteschi il Comune dovrebbe pretendere che le forze dell’ordine provvedano all’identificazione di chi usa le bombolette, per tutelare la proprietà privata e i negozi. Né è impossibile sconfiggere le bande che di notte dipingono treni e facciate: basta rafforzare il nucleo di vigili che indaga in maniera professionale su queste associazioni a delinquere e costruire delle banche dati aggiornate con le firme delle varie bravate.

graffitiNulla di ciò è stato fatto. Anzi dopo aver chiamato i cittadini a ripulire Milano dai disastri fatti dai centri sociali, benché a Milano si paghino 300 milioni di tassa ambientale, i volontari che ogni domenica vanno a ripulire strade e spazi pubblici sono state pubblicamente rimproverati per avere cancellato un murales sbiadito di Pao.

Insomma servono 10 vigili in più e non 100 spazi per tenere più pulita e più bella Milano. Bisogna aiutare privati e associazioni che ripuliscono. E serve una diversa cultura del decoro e della legalità. Altrimenti Milano rimarrà la città più imbrattata d’Europa.

Fabrizio De Pasquale
Consigliere Comunale di Forza Italia

 

 

 

Festa dell’Unità sotto i grattacieli. Che prima combattevano

giovedì, 18 giugno 2015

Milano 18 Giugno – Il PD vuole organizzare la festa dell’Unità in Piazza Gae Aulenti sotto il nuovo grattacielo Unicredit. Ecco una nuova testimonianza della capacità della sinistra di appropiarsi di cose fatte da altri. E con una grande faccia tosta, incuranti del ridicolo, o meglio, senza che i media gli facciano pesare queste giravolte.

Va ricordato che l’area delle Varesine e di Porta Garibaldi è stata un non luogo per 30 anni pur essendo stata definita centro direzionale dal piano regolatore di fine anni ‘50. Opposizioni e ricorsi di ogni tipo ne bloccarono la riqualificazione. Solo grazie alle giunte di Centro destra di Albertini e Moratti si sono approvati gli strumenti urbanistici e le concessioni edilizie per realizzare gli attuali grattacieli e tutte le sistemazioni di aree pubbliche relative.

Allora il Pd e tutta la sinistra tuonavano dall’opposizione contro il cemento. I grattacieli erano il simbolo perverso del capitalismo senza regole e a dar man forte a comitati e comitatini c’erano coloro che oggi si fanno intervistare sotto i grattacieli e parlano di nuova Milano e bella Milano. Già proprio i Pisapia e la De Cesaris il cui studio presentò numerosi ricorsi al Tar contro le nuove costruzioni, tra l’altro perché gli stormi di rondini avrebbero potuto sbattere contro le facciate di vetro della Torre Unicredit e degli altri edifici. E poi le solite menate della sinistra anti crescita: avrebbero attirato traffico, Milano non è fatta per i grattacieli, dividiamo i quartieri, facciamo morire l’Isola (che invece è rinata!).

Ma si sa la sinistra, e in particolare quella di origini comuniste, capisce gli errori con 30 anni di ritardo. Anche se poi è lestissima a prendersi meriti non suoi.

 

 

Ordine dell’Assessore: gli inquilini del Comune non possono comprarsi casa

mercoledì, 17 giugno 2015

Milano 17 Giugno – Ecco una storia esemplare di come è amministrata male Milano. In Viale Lombardia esiste un grande complesso immobiliare che prima apparteneva alla Società Umanitaria, antica istituzione di sostegno ai lavoratori, e ora è proprietà Comunale.

In questi condomini si trovano 190 alloggi, ma solo 120 famiglie: gli altri 70 appartamenti sono sfitti perché manca la necessaria manutenzione.

Gli inquilini, che sono molto uniti e orgogliosi della tradizione storica del complesso, vorrebbero acquistare i loro appartamenti utilizzando gli sconti che il Piano Regionale prevede per chi compra la casa popolare dove vive. Ciò permetterebbe al Comune di incassare 10 milioni e di non spenderne altri 10 per la necessaria manutenzione. Inoltre si potrebbero utilizzare i soldi incassati per risistemare i 70 appartamenti sfitti, evitando il rischio occupazioni e dando un alloggio ai tanti sfrattati che il Comune non riesce piu a sistemare.

Da 2 anni insieme al collega Giulio Gallera e a qualche consigliere di sinistra propongo, attraverso un emendamento al Bilancio, di inserire Viale Lombardia nell’elenco, purtroppo molto scarno, delle proprietà da vendere. Ripeto la cosa essenziale: la stragrande maggioranza degli inquilini ha sottoscritto una dichiarazione che attesta la volontà di acquistare e le famiglie che non vogliono hanno tutte le garanzie di rimanere.

L’Assessore alla Casa Daniela Benelli (Sel) però non ci sente. Non vuolle vendere agli inquilini ma non ha nemmeno le risorse per ristrutturarle. Si lascia marcire un patrimonio per la ostilità tutta ideologica a che degli inquilini diventino proprietari, cementando così il loro rapporto col quartiere.

Addirittura, per evitare un voto in Consiglio Comunale sulla questione, si invoca la illegittimità del mio emendamento citando un decreto del Governo Renzi che stabilisce di vendere prioritariamente i condomini misti, dove cioè convivono proprietà pubblica e privata. Se così fosse i Comuni non potrebbero vendere più uno spillo.

Questa vicenda spiega bene perché a Milano le spese aumentano, e con loro le tasse, mentre i servizi diminuiscono. E illustra perché non ci sono più case per le famiglie sfrattate ma abbondano le tendopoli. Quanti danni continua a fare l’ideologia comunista anche se ora si chiama arancione.

 

Milano come Caracas. Vengono al pettine i nodi del buonismo. Come reagire?

lunedì, 15 giugno 2015

Milano 15 Giugno – Dopo il ferroviere aggredito a colpi di machete, sabato c’è stata la vittima di un rom in fuga a tutta velocità da Via Palizzi e domenica una donna decapitata in Via Amadeo.

Non è propaganda, è la cronaca di una città dove violenti e impuniti non hanno più il benché minimo timore. I nodi delle scelte politiche buoniste a Milano come a Roma stanno arrivando al pettine.tre aggressori capotreno-2

Passiamo in rassegna le convinzioni della sinistra al governo.

I militari in città non servivano, i vigili devono occuparsi di traffico e multe, l’occupazione delle case popolari nasce da bisogno e non da racket malavitosi, il reato di immigrazione clandestina va abrogato, i campi rom abusivi vanno sostituiti con campi regolari costruiti dal Comune e pagati dal Ministero degli Interni, i clandestini che sbarcano sono tutti profughi e come tali vanno tutti accolti in attesa che l’Europa decida se e come distribuirli.

Grazie a queste idee Milano ha conosciuto orrori che ci riportano al medioevo. Ma sono la punta di un iceberg fatto di reati predatori sempre in aumento, di quartieri fuori controllo, di violenza politica, di bullismo, di profughi neiviadoparchi e nelle piazze.

Finché ci sarà impunità sulle più banali violazioni, dal biglietto del tram allo sporcare i luoghi pubblici, chiunque e in particolare i nuovi arrivati saranno autorizzati a pensare che qui puoi fare tutto.

Milano è però la citta più civile e col senso civico piu diffuso. Pu , deve e vuole reagire. Allora in attesa che nel 2016 milanesi eleggano un nuovo governo, si spera, più consapevole sul tema sicurezza, qualcosa si può fare: impariamo a protestare e a chiedere più presidio, più controlli, più legalità, insomma piu sicurezza a chi governa Milano. E togliamo l’alibi della Milano che accoglie senza limiti a un governo nazionale che in 2 anni di sbarchi non ha agito.

E allora fischiamo, scriviamo, mobilitiamoci nei comitati come sulla rete. E facciamo risvegliare i governi di sinistra dal loro mondo dei sogni buonista. Se la protesta sarà diffusa, la paura di perdere tanti voti farà rivedere molte convinzioni pure a sinistra. A tutto vantaggio degli italiani.

 

Al Parco Lambro il degrado scaccia le famiglie . Con la complicità del Comune

martedì, 9 giugno 2015

Milano 9 Giugno – Il Parco Lambro, il più grande polmone verde della città è veramente in pericolo a causa di scelte sbagliate compiute dalla amministrazione di sinistra. Il parco è soprattutto fuori controllo per la mancanza di controlli predisposti dal Comune.
In Via Pusiano, a nord, si è formato un campo rom  con una decina di fiammanti roulotte e camper. Adulti, bambini e galline usano il verde come fosse il loro giardinetto privato.lambro
La Giunta ha poi deciso di aprire il parco alla circolazione delle auto dalle 20 in poi. Basta citofonare alla discoteca Peter Pan o alle strutture di Don Mazzi  e Don Colmegna e si apre magicamente il pilomat: liberi tutti di scorazzare per il parco.
Durante i fine settimana si organizzano via socialmedia dei botellon e dei rave party nell’ assoluto disinteresse di vigili e forze dell’ordine.
La domenica poi si crea un villaggio frequentato da migliaia di sudamericani totalmente abusivo: ci sono gazebo, take away di cibo etnico, venditori di birre e alcolici, tavolini e ombrelloni, musica e tornei di calcio. Inevitabili sul tardi, quando il tasso alcolico è ai massimi, le risse.
A pulire le migliaia di bottiglie e vetri e gli altri segni della presenza umana  ci pensa Amsa a spese lambro2nostre, mentre tutta l’iniziativa è esentasse, sia come scontrini fiscali che come occupazione del suolo pubblico.
Sono fenomeni ricorrenti ma il Comune lascia fare, né tanto meno chiede aiuto alle forze dell’ordine. Addirittura esisteva una sede delle guardie ecologiche nella cascina San Gregorio,  che è stata sfrattata per far posto a una comunità gestita dalla Geas, ch , ad oggi, non ha riqualificato l’edificio.
A questo punto denunce, interrogazioni e mozioni non bastano più. Credo che insieme al Comitato Nord Ovest, bisognerà fare una manifestazione per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica su un bellissimo parco dove il degrado scaccia le famiglie con la complicità del Comune.

 

Il Giudice di pace condanna il Comune sugli autovelox

lunedì, 8 giugno 2015

Milano 8 Giugno – Il 4 giugno il Giudice di Pace Caterina Bonasoro ha condannato il Comune di Milano a pagare 200 euro più spese legali e annullato la sanzione che era stata comminata a un automobilista che aveva superato i 70 km/h sul Cavalcavia del Ghisallo.

E’ una ennesima prova della ragionevolezza della battaglia che porto avanti da un anno contro le 7 telecamere installate solo  per fare cassa dal Comune di Milano.

La importanza della sentenza è dovuta al fatto che fino ad oggi i giudici avevano contestato vizi di forma e cioè la notifica dopo i 90 giorni dalla avvenuta infrazione. Stavolta è stato contestato il merito, ovverosia il fatto che le telecamere rispettino le leggi vigenti e il Codice della Strada.

In pratica il Giudice di Pace ha accolto la tesi da me  sostenuta in Consiglio Comunale della scarsa segnalazione degli autovelox (obbligatoria per legge) e della errata segnalazione  della classificazione della strada:  se, come lasciano intuire alcuni cartelli, il cavalcavia sia strada extraurbana principale (con telecamere attivabili a 90 kmh),  oppure strada urbana di scorrimento ( limite 70km/h).

L’Avvocato Marisa Maraffino oltre a vincere la causa contro il Comune ha presentato un esposto al Ministero dei Trasporti per comprendere la esatta classificazione della strada. Una eventuale smentita del Comune su questo punto potrebbe portare addirittura all’annullamento di tutte le multe del Ghisallo.

Nell’ultimo anno ho cercato attraverso ordini del giorno, interventi e interrogazioni di spiegare che la sicurezza stradale si ottiene mettendo in strada i vigili e non le telecamere, punendo chi viola il codice della strada e non chi va a 80 km/h su una strada simile a una autostrada!

La fame di  questa Giunta spendacciona  di fare cassa per finanziare le sue  iniziative era troppa. Cosi come il desiderio di assestare una nuova bastonata agli automobilisti, che per l’ideologia arancione sono una categoria da ” rieducare”. E dunque con grande arroganza il Comune continua a tirare dritto fregandosene delle circolari del Ministero degli Interni, dei ricorsi accolti dalla prefettura e degli appelli miei e della opposizione.

Mi auguro che il milione di persone che ha ricevuto una multa da autovelox si ricordi chi ha voluto organizzare questa truffa del Comune a danno dei suoi cittadini.

 

Fra 8 giorni strade chiuse e bus deviati per MM4, ma il Comune non informa e non discute

domenica, 7 giugno 2015

Milano 7 Gennaio – Per 6/7 anni intere vie chiuse al traffico, autobus deviati, zone verdi recintate, alberi abbattuti. Questo è quello che succederà fra 8 giorni lungo il percorso della Mm4 : quindi parliamo di Viale Argonne, Piazza Susa, Corso Plebisciti, Piazza Dateo, Corso Indipendenza  , Corso Concordia, Via Francesco Sforza, Via San Vittore, Via Foppa, Via Dezza , Via Lorenteggio, Piazza Frattini. Con l’aggiunta di centinaia di camion al giorno e le vie limitrofe congestionate.

Nessuno si è degnato di avvisare i residenti e i commercianti delle zone interessate, salvo dove sono nati comitati. E’ una concezione incivile dei rapporti con il cittadino, visto solo come contribuente da spennare ma senza diritto di potere organizzare con anticipo i cambiamenti delle proprie abitudini e attività economiche.

La Giunta Pisapia ha aggiudicato la gara MM4 l’11 luglio 2011, poi ha perso 3 anni e mezzo a decidere se farla o meno, perdendo anche l’appuntamento con Expo2015.

Ora pretende di aprire fra 8 giorni i cantieri senza che il Consiglio comunale e i Consigli di zona abbiano potuto discutere come rendere meno devastante la cantierizzazione dell’opera su verde e viabilità. Né i consiglieri, né i residenti e i commercianti hanno ancora potuto vedere quante  e con  quali tempi saranno le strade e le aree chiuse, secondo Maran, già dal  prossimo 15 Gennaio.

Noi eravamo e siamo favorevoli alla MM4, un opera che cambierà la mobilità di  Milano, portando veramente più qualità della vita. Però è  difficile realizzare grandi opere con una giunta di  piccoli incapaci.

Incapaci di valutare i costi/benefici dei 2 progetti presentati, poiché hanno scelto il progetto con cantieri a cielo aperto per fare in tempo per Expo e adesso, senza aver centrato l’ obiettivo, ci beccheremo i disagi. Incapaci di far valere gli interessi dei cittadini rispetto a quelli delle imprese, incapaci di rispettare i tempi e di informare i cittadini.

 

No a grida manzoniane, si a più controlli. Basta illegalità di “frigomarket” e abusivi.

giovedì, 4 giugno 2015

Milano 4 Giugno – E’ incredibile l’inconcludenza di questa Giunta. Con la bella stagione, puntuale come il Natale, arriva la questione della “movida”. Una città attrattiva e dinamica deve averla, ma i residenti devono essere protetti da degrado, molestie e maleducati.

Ieri davanti ai comitati dei residenti delle zone della movida la Giunta si è presentata a mani vuote. Hanno rintuzzato le proteste dei residenti dicendo che i giornali stranieri parlano bene di Milano e quindi tutto va bene. Dunque chi vive in certe zone dovrebbeabituarsi agli orinatoi all’ aperto, ai vetri rotti, alle auto che bloccano i passi carrai!

Fatto sta che esattamente un anno dopo la presentazione in Consiglio di una Delibera, la 162, che doveva affrontare la materia, nessun provvedimento è stato preso.

Una vera e propria presa in giro per quei cittadini che, per senso civico si rivolgono alle istituzioni.

Forza Italia presenterà presto un dossier sugli effetti perversi della movida alle Colonne di San Lorenzo, in Darsena e a Sant’Agostino: strade trasformate in orinatoi,  vetri, suk a cielo aperto da parte di venditori abusivi, bonghi e ragazzini ubriachi, molestie per  i residenti.

Molto diversa la situazione all’Arco della Pace dove la presenza di esercenti responsabili e gli accordi in corso di realizzazione con Consiglio di Zona 1 garantiscono maggiore controllo e rispetto delle regole.

Eppure non c’è da inventare nulla.

movida selvaggiaNon c’è bisogno di nuove grida manzoniane servono solo più controlli.

Ribadiamo le 3 proposte avanzate da Forza Italia .

1 – Emettere una ordinanza per chiudere i “frigomarket”, negozietti di pochi metri quadri gestiti da extracomunitari,  alle ore 21 impedendo la vendita, spesso a minori, di bevande alcoliche a basso prezzo che determinano situazioni fuori controllo delle piazze.

2 – Aumentare il numero di Vigili che effettuano controlli e presidio anche in orari oltre le 24 per sequestrare la merce dei venditori abusivi e impedire bonghi e atti contro il patrimonio e il decoro. Se per chiudere Piazza Castello si possono mobilitare 120 uomini altrettanti possono essere utilizzati se c’è la volontà politica di agire contro movida selvaggia!

3 -Finanziare la convenzione tra Comune e ARPA per consentire maggiori controlli fonometrici per garantire rispetto delle regole da parte degli esercizi pubblici.

 

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