Archivio di Dicembre 2016
Anche il superticket per i Bus fa male al commercio
Ammettete l’errore e riaprite Piazza Castello a tutti
Milano 29 Dicembre – La riapertura parziale di Piazza Castello solo ai mezzi pubblici, moto e residenti, è una foglia di fico per non ammettere il gigantesco errore commesso da Pisapia e dalla sinistra nel chiudere la piazza nel 2014.
Da oggi tram, taxi, residenti e moto potranno passare dal controviale. Chiaro che così non si risolve niente e quella stretta striscia aperta al traffico rischia di essere pure pericolosa.
Bisogna avere il coraggio di ammettere che quel provvedimento di chiusura non è servito a nessuno e ha creato danni a tutti.
La piazza non è vissuta e non ha ospitato alcun evento di valore, bensì qualche mercatino di mutande e carabattole. In compenso tante auto e moto sono obbligate a imbottigliarsi in strade della Milano ottocentesca come Foro Bonaparte, Via Cusani, Corso Magenta che oggi scoppiano di traffico e smog. Ancora peggio va ai tram e agli autobus incolonnati a passo d’uomo, il famoso servizio pubblico che la sinistra, in teoria, voleva favorire!
Si apra totalmente al traffico Piazza Castello consentendo a decine di migliaia di cittadini lavoratori di non fare giri viziosi per muoversi in città. Se proprio si vuole valorizzare la piazza, basta chiuderla al traffico nei fine settimana della bella stagione.
Capisco. E’ difficile ammettere di avere deciso di chiudere senza alcuno studio preventivo, senza alcun progetto di riqualificazione. Solo per far vedere che siete arancioni, che sognate una città dove nessuno lavora e tutti vanno in bici da un aperitivo all’altro.
Però tenere chiusa la piazza deserta mentre altrove si rimane paralizzati nei cantieri e nello smog è proprio un abuso di potere che fa incazzare anche anime miti e responsabili come i milanesi.
Fabrizio De Pasquale, Consigliere comunale di Forza Italia
Incapaci: 196 alloggi pronti da mesi ma non assegnati agli sfrattati
Milano 28 Dicembre – Il Comune ha quasi 200 appartamenti pronti ma li tiene vuoti anziché consegnarli alle famiglie sfrattate. Succede anche questo nella Milano di Sala.
In Via Appennini, nel quartiere Gallaratese, dopo un finanziamento ministeriale di 23 milioni, sono partiti nel 2009 i lavori per realizzare ben 7 condomini di case popolari per complessivi 196 appartamenti.
Gli appartamenti oggi sono pronti e muniti di ogni confort, ma per un contenzioso fra la società costruttrice e il Comune, non è stato ancora possibile assegnarli.
In realtà sono pronti da primavera 2016 e il Comune spende anche parecchi quattrini per garantire la vigilanza 24 H contro i frequenti tentativi di occupazione.
Nonostante la fame atavica di alloggi popolari (a Milano 22.000 famiglie hanno partecipato all’ultimo bando per avere una casa popolare), il Comune di Milano, proprietario dei nuovi immobili, non riesce a consegnarli agli aspiranti inquilini. Per carità, i dirigenti che non firmano avranno buone ragioni, ma nessuna ragione può valere la sofferenza di 200 famiglie sfrattate a cui prima si promette per sicura la casa e poi gliela si fa apparire un miraggio.
Eppure in data 4 settembre fu fatto una grande annuncio alla stampa, presentando i 196 nuovi alloggi, che in realtà erano stati voluti da Albertini con il piano “Abitare“. I giornali titolarono “pronte le nuove case popolari di Via Appennini”. La notizia fu spacciata come la prova che Sala avrebbe prestato maggiore attenzione alle periferie e a ritornare a costruire case popolari.
Molti nuclei familiari sfrattati e in difficoltà hanno ricevuto in questi mesi la “preassegnazione” degli appartamenti di Via Appennini e sono anche andati a visitare gli appartamenti. Senza dimostrare ritegno per le condizioni in cui versa chi è senza casa, gli uffici comunali se la sono presa lunga. Ritardano la consegna effettiva agli aventi diritto, fra cui molti anziani e disabili, i quali sono stati costretti a passare il Natale ospiti da amici o in comunità, dopo aver ricevuto a settembre la comunicazione dell’assegnazione dell’alloggio.
Ho chiesto con lettera al Sindaco Sala che intervenga presso il settore Casa del Comune e presso la società MM, futuro gestore degli immobili Erp di Via Appennini, affinché ponga fine a questo vergognoso palleggio burocratico sulla pelle degli sfrattati. Nel caso la situazione dovesse protrarsi ancora presenterò un esposto alla Corte dei Conti.
Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia
Buon Natale
Le espulsioni vere e gli accordi per i rimpatri sono la soluzione
Non basta il coraggio della polizia, bisogna impedire le Molembeck italiane
Milano 23 Dicembre – Penso al senso del dovere ed alla professionalità con cui i due poliziotti hanno prima fermato e poi affrontato il terrorista della strage di Berlino. Avrebbero potuto girarsi dall’altra parte come fanno tanti politici ed amministratori, invece hanno dimostrato coraggio e determinazione in nome e per conto del nostro Paese.
Purtroppo il senso della responsabilità manca invece al Governo, e agli amministratori locali che predicano accoglienza senza legalità. Non capiscono che l’Italia è oggi un gruviera per i malintenzionati e molti quartieri di Milano stanno diventando delle vere e proprie enclave.
Non solo Sesto San Giovanni e via Padova. Lo ripetiamo ormai da qualche anno. Le Moleenbek Milanesi sono molteplici. A partire da San Siro, soprattutto in quel quadrilatero tra Piazzale Segesta, Piazza Selinunte, Via Morgantini, via Mar Jonio, Via Tracia, via Abbiati, viale Aretusa, Via Gigante.
Basta fare un giro in queste strade e si coglie un vero e proprio “milanistan”: scritte sui muri e nei negozi in arabo, bar e macellerie etniche, scuole frequentate solo da bimbi musulmani (via Paravia). Da dove è cominciata questa concentrazione che non fa bene alla integrazione?
E’ partito tutto dalla occupazione selvaggia di case popolari che le autorità non hanno voluto stroncare. A San Siro, grazie alla protezione “militare” di centri sociali e di bande di spacciatori, è divenuto impossibile sgomberare chi occupa le case popolari senza scontri e guerriglia.
Così lo Stato ha rinunciato in questa area ad applicare le sue leggi e lo si vede ovunque: dai giardinetti occupati a sera inoltrata da donne col velo e bambini, da tappeti di sigarette per terra, da frasi antisemite scritte sui muri, da mezzi pubblici dove nessuno paga, dalle parabole per captare Al Jazeera.
Non vi sono notizie in tsl senso. ma forse proprio qui e più facile avere complicità e sostegno anche per uno come Amri, il terrorista ucciso nella notte di Giovedì a Sesto San Giovanni. Di sicuro qui, a San Siro, si respira una brutta aria. Aria di omertà. Proprio perché non si accenderanno i riflettori e tutti quelli infastiditi dalla luce su via Padova si riverseranno qui. Dove l’anonimato sarà la migliore arma. Per questo serve una politica della normalità, non dell’emergenza. Dell’integrazione, non della tolleranza senza limite. Della legalità, non dell’omertà. A partire dalle case popolari, dove ormai gli Italiani sono specie discriminata e devono difendersi.
Fabrizio De Pasquale, Consigliere comunale di Forza Italia
Agli inquilini comunali arriva la mazzata conguaglio
Quindi si sono assommate le differenze, quasi sempre in difetto, con le spese sostenute dai gestori per riscaldamento, portinerie, etc per molti anni ed ecco spiegata la legnata sulle famiglie.
Nei conteggi ci sono errori ma è complicato ricostruire tutti i calcoli a distanza di anni o decenni. Ma chi ha avuto la bella pensata di non inviare questi conguagli prima, in passato, e magari in maniera scaglionata? La amministrazione Pisapia con l’Assessore Benelli ha evitato di spedire i bollettini agli inquilini sotto elezioni (in Italia
ce ne sono ogni anno) nonostante che il vecchio gestore ALER avesse pronto i conteggi dal 2012. Così ora l’Assessore Rabaiotti e la Mm, attuale gestore, devono affrontare una marea inferocita di inquilini che dovrebbero versare tutta la tredicesima per pagare i conguagli. E dovendo mostrare pezze giustificative sempre meno comprensibili a distanza di anni!
Lo smog smaschera 6 anni di misure antiauto
L’autosospensione è un’ipocrisia. Sala faccia il Sindaco a pieno titolo o si dimetta
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