A Milano i furti negli appartamenti sono quintuplicati. A Sala non interessa
Sabato scorso all’inaugurazione dell’anno giudiziario un dato si è imposto su tutti: Milano è la capitale dei furti negli appartamenti.
Le statistiche dalla Procura dicono che le denunce per furti nelle abitazioni private sono addirittura quintuplicate passando da 1500 a 8000 nella nostra provincia.
Non è un dato inatteso visto che ognuno di noi conosce amici o parenti che hanno subito questa dolorosa esperienza.
Giusto per capire a che punto siamo arrivati, negli ultimi mesi sia l’attuale Sindaco Sala che l’ex Sindaco Pisapia hanno ricevuto delle visite di ladri in casa e così pure i genitori del Ministro Salvini.
Questo pessimo record di Milano non è però stato recepito né commentato dai media che pure illustrano spesso i record positivi del turismo o della produttività milanese, attribuendoli addirittura, non si sa bene perché, a merito di Sala.
Invece l’aumento del 500% dei furti negli appartamenti dovrebbe far riflettere e spingere anche i Comune e le altre istituzioni ad affrontare questa emergenza. Subire un furto a casa significa un grave danno economico, considerando anche il rispristino, ma soprattutto un trauma psicologico per la perdita di oggetti della nostra memoria. I furti negli appartamenti possono poi sfociare in episodi di aggressioni violente o determinare episodi di legittima difesa cruenti, generano paure e obbligano chi può permetterselo a ingenti investimenti in sicurezza. Eppure rispetto a questo problema il Sindaco e il Comune fanno spallucce, pare che la questione non sia rilevante per Milano, che accada su Marte.
A parte far valere presso la magistratura e le forze dell’ordine il diritto dei milanesi ad essere protetti, ci sono alcuni interventi che il Comune potrebbe direttamente fare da subito per evitare questa esplosione di furti.
Prima di tutto sgombrare e chiudere la miriade di campi rom abusivi cresciuti attorno alla città, poi sostenere e aiutare a diffondere la sicurezza di vicinato, cioè quei gruppi di cittadini che si auto organizzano in catene whatsapp o chat per vigilare un isolato o un quartiere, segnalando situazioni sospette. Infine sarebbe ora di coordinare tutte le telecamere esistenti collocate da comune e privati.
Nulla di tutto ciò accade. Il Vicesindaco ha respinto l’idea di chiedere fondi per la sicurezza di vicinato perché la sinistra le equipara alle ronde. E poi la tutela della proprietà privata, come è dimostrato da tanti episodi, è l’ultima delle preoccupazioni della sinistra milanese.
Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio Comunale di Milano.
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Source: Fabrizio c’è