copyright - Fabrizio De Pasquale
default-logo

La sicurezza dei ciclisti non dipende dai 30 km/h o dalle ciclabili. Le misure improvvisate danneggiano la sicurezza stradale

Posted On

Due terribili incidenti riportano in evidenza la questione sicurezza delle bici a Milano. Il doveroso rispetto per la vittima non deve però far prendere decisioni improntate alla commozione, alla immagine e alla improvvisazione. Sono possibili interventi specifici ma è anche la visione complessiva della mobilità in città che deve cambiare.

Gli incidenti più gravi di cui sono state vittime i ciclisti, sono quelli generati  da mezzi pesanti che non vedono le bici al loro fianco. Il problema del cosiddetto “angolo cieco” non si risolve con le piste ciclabili, che agli incroci non possono essere materialmente  protette né tracciate. E nemmeno con i 30 km/h di limite in tutta Milano come richiesto dai verdi. Questa è una fissa dei verdi ma nulla incide sui i mezzi pesanti che viaggiano molto piano ma purtroppo hanno zone che sfuggono alla visuale del guidatore.

Il Comune ha fatto una ordinanza perché siano montati  sui mezzi pesanti dei sensori, una misura che, senza controlli, sarà l’ennesima grida manzoniana. Un aiuto potrebbe venire dall’attuazione di quanto previsto dal nuovo codice della Strada fin dal 2020. Esso  prevede all’art 192 comma 9 negli incroci semaforizzati la presenza delle cosiddette “ case avanzate”, cioè delle aree , rigorosamente, delimitate da segnaletica orizzontale, disegnate a ridosso degli attraversamenti pedonali, ricavate arretrando leggermente la linea di stop delle autovetture. Questo consentirebbe ai ciclisti di attendere la ripartenza non affiancate alle auto o ai mezzi pesanti.

Una altra misura certamente utile sarebbe quella di limitare con delle finestre temporali la circolazione dei mezzi pesanti. I cantieri, come la distribuzione delle merci sono irrinunciabili per la vita di una metropoli, ma è assurdo che il Comune di Sala, paranoico con le telecamere e con la iper regolazione, non abbia invece  mai affrontato il tema della logistica delle merci e delle fasce  orarie per i mezzi pesanti. Anzi abbia smesso addirittura di pianificare le aree delimitate a carico e scarico. Tra l’altro ciò migliorerebbe la fluidità del traffico e la regolarità della sosta.

Questa dimenticanza ci riporta alla questione generale, cioè la visione che le ultime giunte hanno della mobilità a Milano e della sicurezza stradale. Purtroppo a Milano non è stata programmata una politica dei trasporti che aiuti e integri tutte le modalità di trasporto, sia pubblico che privato. Servirebbe una politica cioè che cerchi di sviluppare e migliorare tutti i modi in cui un cittadino può scegliere di muoversi, sia esso la macchina, la moto o la bicicletta, il mezzo pubblico o quello privato. E invece no libertà di scelta ma rieducazione del cittadino. Il Comune di Milano, sotto la spinta dei verdi, ha deciso che l’auto è il nemico e quindi tutte le iniziative sono pensate per ridurre gli spazi e tartassare gli automobilisti. E l’ansia di far vedere quanto si è green, ha impedito qualsiasi studio e progettazione, privilegiando le mode e le scelte di immagine, l’improvvisazione al potere.

Cosi non solo è stata trascurata la logistica, ma non è stato più realizzato un parcheggio né sotterraneo né di corrispondenza col risultato di avere tante auto parcheggiate su strada. Il trasporto pubblico è stato reso più caro e meno competitivo. Le piste ciclabili sono state usate per restringere le carreggiate e quindi sono state volute proprio nei grandi assi viari, senza badare alla sicurezza e anche ai polmoni dei ciclisti. E i monopattini e le bici a noleggio libero sono stati prima offerti al pubblico e poi, quando i buoi erano scappati, ci si è chiesti come regolarli. Prima si pensa a Instagram e poi si cerca di correggere i mostri che si sono creati.

Nel 2022 e 23 gli incidenti fra le utenze deboli (moto, bici, pedoni) sono in forte aumento perché il disordine che si è ingenerato nelle strade con tutte queste misure improvvisate (ad esempio le bici contromano) è il principale nemico della sicurezza stradale.

Ora il Sindaco chiede aiuto al Governo per la sicurezza dei ciclisti, ma il principale compito del Governo dovrebbe essere quello di impedire al Comune di Milano di fare continui danni in materia di mobilità e sicurezza stradale

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

L’articolo La sicurezza dei ciclisti non dipende dai 30 km/h o dalle ciclabili. Le misure improvvisate danneggiano la sicurezza stradale proviene da Milano Post.

Source: Fabrizio c’è

About the Author

Leave a Reply

*

Powered by keepvid themefull earn money