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La nuova ciclabile di Buenos Aires è peggio della vecchia. Dimenticati disabili, carico merci, mezzi di emergenza e verde

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La nuova sistemazione di Buenos Aires con una sola corsia auto per senso di marcia, 2 ciclabili con cordoli e zero parcheggi è la perfetta sintesi di tutte le follie che in nome del “green” vengono imposte ai milanesi.  

Partiamo col dire che questa è l’ennesimo rifacimento di una ciclabile che venne realizzata appena 3 anni fa.

Poiché però non era stato approntato un progetto, il Comune, di volta in volta che emergevano problemi o errori, è intervenuto per modificare, correggere, cambiare in corso d’opera. Dunque a spese dei contribuenti si è deciso di tappare le falle, anziché elaborare prima un progetto che tenesse conto di tutte le esigenze.

Non ci credete? Due documenti ufficiali confermano quanto dico. Il primo è lo studio del Politecnico che assegna a Corso Buenos Aires il record degli incidenti per i ciclisti: 135 in un anno! Segno che qualcosa non andava. Il secondo è messo nero su bianco dall’amministrazione comunale nelle premesse della delibera che stanzia fondi per la nuova ciclabile. Si spiega che la precedente non era sicura e urge un nuovo integrale intervento su corso Buenos Aires.

Dirigenti e Assessori che hanno approvato progetti così sbagliati da essere rifatti dopo 3 anni andrebbero citati per danni. Speriamo che le opposizioni lo rimarchino!

Anche il nuovo progetto è stato portato avanti senza tenere conto di osservazioni, rilievi e obblighi di legge.

Con la nuova sistemazione i camion Amsa dovranno fermarsi davanti a ogni civico per raccogliere l’imponente mole di rifiuti prodotta da residenti e commercio: il traffico retrostante rimarrà paralizzato in attesa, perché la corsia è unica!  Ancor più grave l’assenza delle aree carico e scarico: ce ne sono 4 in 1600 metri e dovrebbero soddisfare 350 negozi. Impossibile ovviare al problema con gli stalli posizionati sulle traverse lateral , si può già prevedere una continua invasione di furgoni nelle ciclabili e nei passi carrai. Lo stesso discorso vale per le aree di sosta disabili: se  nella prima versione  dovevano scendere dalle auto in mezzo a 2 carreggiate, rischiando di essere arrotati, adesso è prevista una (1) sola sosta disabili in tutto il corso. Si tratta, è evidente, di una scelta disumana, ma anche contro la legge.

Terribile poi è la mancata attenzione alla sicurezza. Lungo il corso vi sono 3 stazioni Mm, centinaia di edifici che ospitano negozi , hotel, cinema etc. In caso di incendio o altra emergenza è letteralmente impossibile per i mezzi di soccorso farsi largo nelle uniche 2 corsie occupate da una fila ininterrotta di auto. Incredibile che Vigili del Fuoco e Polizia Locale non eccepiscano nulla.

Ultima beffa il verde. Maran aveva venduto ai commercianti che col nuovo progetto sarebbero stati collocati alberi lungo il corso. Invece di piante nemmeno l’ombra, giusto a ricordare che questa Giunta verde non cura il verde ma vuole solo penalizzare le auto.

Ancora una volta a Buenos Aires prima si fa la ciclabile, per farsi belli con le lobbies verdi e ambientaliste, e solo dopo si cercheranno di correggere gli errori che tanto pagano i cittadini.  E ancora una volta, potendo fare degli itinerari più verdi e più sicuri nelle parallele vie Morgagni e Benedetto Marcello, si è scelto di far passare le bici nel Corso. L’obiettivo è solo rendere impossibile la sosta e meno fluida la circolazione delle auto e dei mezzi pubblici. Costi quel che costi .

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

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