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La sconfitta di Roma 2030 rivaluta l’impresa della Moratti per aggiudicarsi Expo2015

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La disastrosa fine della candidatura di Roma a sede di Expo 2030 deve far riflettere l’Italia e Milano. Il successo della candidatura saudita di Ryad (119 voti ), che ha stracciato le altre pretendenti Busan/Corea del Sud (29 voti) e Roma (17 voti) è il  segnale del nuovo equilibrio del mondo: l’Italia e in generale i paesi della vecchia Europa, non possono competere dal punto di vista degli investimenti pubblici con le monarchie del golfo, la cui capacità di fare lobby finanziaria ma anche di tessere politica estera è superiore. Un monito dunque ai paesi europei  (che peraltro non hanno votato Roma), da una parte convinti di essere l’ombelico del mondo e dall’altro sempre intenti a costruire una Europa burocratica e iper regolatrice ma senza esercito e politica estera unica, quindi ininfluente nello scenario globale.

Alla luce di questa figuraccia della capitale però va compreso e rivalutato il miracolo compiuto nel 2008 per Milano da Letizia Moratti. All’epoca della scelta di Milano per l’edizione 2015, la forza dei paesi emergenti era già notevole. Precedentemente anche Trieste aveva perso la competizione con Saragozza per l’assegnazione dell’Expo del 2008. Eppure un grande lavoro di squadra tra le istituzioni ma soprattutto una cocciuta campagna fatta dall’allora Sindaco Moratti in tutto il mondo riuscirono ad aver la meglio sulle candidature turca di Smirne per 86 voti  a 61.

Diamo dunque a Letizia ciò che le appartiene. Il grande sforzo compiuto da Milano per tessere rapporti con tutti i paesi, mettendo in campo la Scala, le Università  e il meglio della imprenditoria e della cultura milanese e lombarda, la grande azione di pressione condotta dall’allora Sindaco per convincere uno ad uno i delegati Expo, sono stati la ragione determinante per l’assegnazione di EXPO 2015 a Milano. E la scelta visionaria di puntare sul grande evento planetario, forse non ha giovato abbastanza politicamente alla Moratti, che non fu rieletta Sindaco nel 2011, ma certamente ha premiato Milano e ha innalzato la sua immagine internazionale e il suo brand nella competizione tra grandi metropoli: gli effetti li vediamo ancora oggi nei flussi turistici e nella attrazione di capitali stranieri.

Certo nel 2026 avremo le Olimpiadi invernali, 2 settimane che però non avranno lo stesso impatto sulla città. Mancano però sindaci prima visionari e poi programmatori.

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

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